I dati dell’Acea – associazione dei costruttori – parlano chiaro: la quota delle auto elettriche sale al 7,2% in Ue nel secondo trimestre. Questo significa che le vetture a batteria iniziano davvero a prendere piede in Europa. Un numero – quello del 7,2% del totale percentuale – che va rapportato al misero 2,4% dello stesso trimestre del 2019. Un balzo avanti quindi importante, importantissimo, e che dimostra come le vetture a batteria possano davvero conquistare in poco tempo fette importanti di mercato. “Soprattutto se si seguirà – spiegano Motus-e – la più grande associazione di settore – nuove vie nel modo di interpretare la mobilità come servizio, sempre più connesso e condiviso; nel modello di formazione, che riscopre nuove opportunità di lavoro in un business che crea valore; nella prospettiva, per costruire una realtà che punta a raccogliere interessi diversi per veicolarli in modo operativo e concreto in un nuovo concetto di mobilità”.
“È il momento – ci ha spiegato infatti Dino Marcozzi, Segretario Generale Motus-e – di smettere di inseguire e provare ad accelerare per arrivare a raggiungere i Paesi in testa. Per il 2020 avevamo previsto la vendita di 20.000 auto elettriche e questo target si raggiungerà nonostante il Covid, con tassi di crescita almeno al raddoppio ogni anno. Ma il vero boom ci sarà nel 2021, per cui i costruttori si dovranno impegnare a soddisfare in tempi accettabili una domanda in crescita esponenziale. La spinta decisiva, però, potrà esserci se si comincerà a pensare all’offerta oltre alla domanda, quindi impostando politiche industriali forti su mezzi e batterie, semplificando al contempo la burocrazia che frena le installazioni delle infrastrutture di ricarica”
Tornando ai numeri, secondo L’Acea le chiusure dei mercati europei per la pandemia hanno colpito il mercato delle auto a benzina e diesel. Già, ma non bisogna comunque dimenticare che le auto “normali” assorbono ancora oltre l’80% del mercato. Male comunque anche il totale delle immatricolazioni delle nuove auto a carburante alternativo in Europa (dato che comprende oltre all’unione europea i paesi Efta e la Gran Bretagna) è tuttavia in calo nel secondo trimestre a 409.756 Unità (-4,2%).
“A pesare – spiegano gli analisti dell’Acea – è stato principalmente il mercato italiano con sole 56mila auto con carburante alternativo immatricolate (-30,2%)”. Come al solito, nel mondo dell’auto, l’Italia è sempre ultima…
Fonte www.repubblica.it