LAVAUR – È bastato un po’ di vento per dare uno scossone a un Tour de France che nelle sue primissime uscite aveva regalato più sbadigli che sussulti. Un assalto in due puntate che ha prima escluso buona parte dei velocisti e poi creato sconquassi tra gli uomini di classifica. Il merito del primo agguato va alla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan, che al minimo sentore di vento laterale ha impresso un ritmo folle alla carovana, spezzando il gruppo in tre tronconi già in avvio di tappa per tagliare fuori gli sprinter. Il secondo golpe lo ha condotto la Ineos, giocando in contropiede dopo aver frenato il tentativo solitario dell’incorreggibile Thomas De Gendt: Landa e Pogacar sono le vittime illustri di un’azione coordinata con il solito Julian Alaphilippe, fantasioso da par suo. Il lavoro della Bora-Hansgrohe, però, non ha portato alla vittoria di Peter Sagan, rimasto spettatore di una volata ristretta: sulla parte destra della carreggiata si è stagliata la figura furtiva di Wout Van Aert, che conferma il suo momento di grazia imponendosi sul traguardo di Lavaur dopo aver lavorato con la squadra per proteggere dalle imboscate i capitani Dumoulin e Roglic.
Il primo agguato
Mentre Cosnefroy e Schar volavano sulle prime rampette di giornata per mettere in cascina punti per la maglia a pois, la Bora-Hansgrohe coglieva al balzo l’occasione per mettere a ferro e fuoco il gruppo: nessuna chance per i due attaccanti e plotone diviso in tre tronconi. A inseguire quello di testa, il tentativo disperato e infruttuoso della Deceuninck di riportare in corsa la maglia verde Sam Bennett, che a fine giornata ha dovuto cedere lo scettro della classifica a punti a Sagan, architetto con i suoi compagni di squadra dell’accelerazione letale. Ewan, Viviani, Bol, Nizzolo e le altre ruote veloci si sono subito arrese a una giornata infausta, osservando da lontano il corso degli eventi. A infiammare il gruppo a metà tappa ci ha pensato il tentativo solitario, visionario come da copione, di Thomas De Gendt: lo si attendeva nella frazione vinta da Lutsenko, invece il belga della Lotto-Soudal ha cercato di sfruttare la “giornata libera” regalatagli dalle difficoltà di Ewan per sorprendere tutti con un attacco solitario sferrato a una novantina di chilometri dal traguardo. Ma l’occasione per il ristretto gruppo di testa era troppo ghiotta, e non appena le ruote del belga sono state riagguantate, a 35 km dall’arrivo, è partito il contropiede.
L’azione della Ineos
Il primo a suonare la carica è stato Kwiatkowski, una fucilata che ha colto di sorpresa Landa – forse tradito anche da un mini tamponamento di qualche chilometro prima, che aveva costretto all’affannato rientro Pello Bilbao e Mohoric – e la maglia bianca Pogacar. La seconda sparata, direttamente a firma Alaphilippe, ha ulteriormente frazionato il plotone: nel gruppetto di fondo era presente Richie Porte, in quello di mezzo anche Bauke Mollema. La Ineos, intenta a trainare gli altri verso Lavaur, per la terza volta nella storia designata come traguardo di tappa dopo i successi di Rik Verbrugghe e Mark Cavendish, ha però perso per strada Carapaz, e a nulla è valso il sacrificio di Castroviejo: il vincitore dello scorso Giro d’Italia è stato ben presto ripreso dal “gruppo Pogacar”. Tutti in fila per Sagan, dunque, e invece lo slovacco ha clamorosamente deluso le attese: tredicesima piazza per la nuova maglia verde, bruciato anche da uomini di classifica come Bernal (nuova maglia bianca ai danni di Pogacar) e Yates. Ci ha provato, invano, Julian Alaphilippe, comunque uno dei grandi protagonisti di giornata. A trionfare in questa volata anomala davanti a Boasson Hagen e Coquard è stato il “solito” Van Aert, che si conferma uomo ovunque della Jumbo-Visma: secondo successo personale, terzo di squadra. Il nativo di Herentals non è certo il tipo che si fa ingannare da una folata di vento.
Ordine di arrivo
1 VAN AERT Wout (Team Jumbo-Visma)
2 BOASSON HAGEN Edvald (NTT Pro Cycling) s.t.
3 COQUARD Bryan (B&B Hotels – Vital Concept) s.t.
4 LAPORTE Christophe (Cofidis, Solutions Crédits) s.t.
5 STUYVEN Jasper (Trek – Segafredo) s.t.
6 VENTURINI Clément (AG2R La Mondiale) s.t.
7 HOFSTETTER Hugo (Israel Start-Up Nation) s.t.
8 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) s.t.
9 YATES Adam (Mitchelton-Scott) s.t.
10 VALVERDE Alejandro (Movistar Team) s.t.
Classifica generale
1 YATES Adam (Mitchelton-Scott) 30h36’00”
2 ROGLIC Primoz (Team Jumbo-Visma) +3″
3 MARTIN Guillaume (Cofidis) +9″
4 BERNAL Egan (INEOS Grenadiers) +13″
5 DUMOULIN Tom (Team Jumbo-Visma) +13″
6 QUINTANA Nairo (Arkea) +13″
7 BARDET Romain (AG2R La Mondiale) +13″
8 LOPEZ Miguel Angel (Astana) +13″
9 PINOT Thibau (Groupama) +13″
10 URAN Rigoberto (EF Pro Cycling) +13″
Fonte www.repubblica.it