E’ già ora di ricominciare. Appena sei giorni ci separano dall’avvio della nuova Serie A e la sensazione generale – molto più che negli anni passati – è che il suono della campanella coglierà tante squadre italiane impreparate. Come quegli studenti che, dopo essersi goduti le vacanze, sono costretti ai salti mortali per recuperare le insufficienze. Che, nel caso dei club, significa trovare i giocatori funzionali a migliorare l’organico a disposizione dell’allenatore. Il punto è che il calciomercato targato 2020 è comandato da un imperativo categorico: vendere prima di comprare. E vale per tutti: grandi e piccoli.
Ricavi a picco
Non si contano le trattative imbastite ormai da settimane e che non riescono a chiudersi: i compratori puntano allo sconticino e i venditori tirano sul prezzo, non tanto e non solo per avidità ma spesso per necessità. Perché quei soldi andranno investiti a loro volta sui nuovi acquisti. Che non sia un capriccio lo ha confermato Andrea Agnelli, che all’ultima Assemblea generale dell’Eca ha lanciato l’allarme: “Nei prossimi due anni ci sarà una riduzione dei ricavi di circa 4 miliari di euro e il 90% di queste perdite saranno a carico dei club”. Il mercato si sta trasformando in un grande ingorgo dove le idee sono tante ma i soldi pochi. E tutti sono in attesa che qualcun altro faccia la prima mossa.
Il Napoli al centro di tutto
Al centro di questo ingarbugliato gomitolo c’è il Napoli, il club italiano che finora ha piazzato il colpo più costoso, il nigeriano Osimhen pagato 70 milioni al Lille. Ma De Laurentiis non vuole fermarsi qui e sta cercando di regalare a Gattuso anche Veretout. Ed è qui che le cose si complicano: la Roma chiede 30 milioni per il centrocampista francese e ha bisogno di liquidità per poter sferrare l’assalto decisivo a Milik, in un’operazione che porterebbe Under sotto il Vesuvio. Ma finché giallorossi e azzurri non trovano un accordo, resta fermo al palo anche Dzeko. Che non sembra un tassello inamovibile nella nuova Roma di Friedkin e piace alla Juve, che però gli preferisce Suarez. E l’effetto domino è ancora lontano dal prodursi. Discorso simile per Koulibaly, in uscita dal Napoli che però vuole 75 milioni di euro per privarsi dopo sei anni del difensore senegalese: il Manchester City, nonostante la sentenza del Tas che gli ha restituito la possibilità di fare mercato, non sembra voler accontentare De Laurentiis. Non a queste condizioni, almeno.
Il centrocampo dell’Inter
Nemmeno l’Inter può muoversi con le mani libere: Conte vuole fortissimamente Kanté, già allenato ai tempi del Chelsea, e Marotta ce la sta mettendo tutta per accontentarlo. Ma i nerazzurri stanno facendo il pieno di esuberi: Brozovic è sul mercato ma per lui, come per Skriniar, non arrivano offerte importanti. I prestiti di Nainggolan (Cagliari) e Perisic (Bayern Monaco) sono scaduti ed è impensabile mettere le mani su Kanté, per cui i Blues chiedono 60 milioni di euro, senza aver prima sfoltito la rosa. E già sembra di percepire l’inquietudine di Conte, uno che sul mercato è sempre stato molto esigente.
Il caso Chiesa
E’ uno dei gioielli dell’Italia del futuro, e i gioielli si pagano cari: il presidente della Fiorentina Commisso non ha intenzione di fare sconti per Federico Chiesa. L’anno scorso lo volevano tutte le big italiane, ma Mr Rocco rifiutò ogni offerta. Adesso Commisso ha un po’ abbassato le pretese: per acquistare Chiesa servono 60 milioni, una cifra che però nessuna big italiana è disposta a investire. E che complica la corsa dei viola a Torreira, in uscita dall’Arsenal: servono 25 milioni, un budget di cui il direttore sportivo Pradè non può disporre allo stato attuale.
E gli allenatori si agitano
Insomma, quasi tutte le squadre sono un cantiere aperto e i lavori sono in ritardo sulla tabella di marcia. Una situazione che scontenta in primo luogo gli allenatori, che già hanno avuto pochissimo tempo per preparare l’anno che verrà, tra fine in ritardo della scorsa stagione e impegni con le nazionali che hanno interrotto il ritiro precampionato. A farsi portavoce delle ansie da panchina è stato Simone Inzaghi: “Sarà una stagione difficilissima, giocando ogni tre giorni avremo bisogno di forze fresche. La società mi ha promesso diversi acquisti”. Al momento sono arrivati Reina, Escalante, Akpra Akpro e Kiyine. Messaggio a Tare e Lotito: non sono sufficienti. C’è tempo fino al 5 ottobre: ci attendono ancora settimane di interminabili trattative e quel caos delle ultime 24 ore all’Hotel Sheraton di Milano che è ormai diventato un marchio di fabbrica del calciomercato all’italiana.
Fonte www.repubblica.it