(ANSA) – TREVISO, 19 SET – L’Italia nel 2021 potrebbe
perdere, per il Covid, tra i 35 e i 54 milioni di anni-vita. Nel
2020 il Covid-19 ha provocato un aumento del numero dei morti
pari a 48.849 e potrebbero diventare al termine dei dodici mesi
78.159. Se l’andamento delle morti di quest’anno dovesse quindi
essere la regola, e non una variazione temporanea, questi
sarebbero i tagli al patrimonio demografico del nostro Paese. E’
una elaborazione dell’Istat, presentata dal presidente Gian
Carlo Blangiardo al Festival della Statistica e della Demografia
in corso a Treviso. “Il patrimonio demografico”, ha precisato il
presidente Gian Carlo Blangiardo, “è il totale di anni che, in
un dato istante, una popolazione ha ancora davanti a sé sulla
base della sua composizione per sesso ed età e delle aspettative
di vita, distintamente per sesso, di ogni singola età”.
Lo studio statistico della popolazione consente, infatti, di
valutare, oggi, il patrimonio demografico dell’Italia. I 60
milioni e 245 mila residenti al primo gennaio 2020 avevano 2
miliardi e 379 milioni di anni-vita ancora da vivere e 2,7
miliardi quelli vissuti. Il bilancio del 2020 dovrebbe
verosimilmente segnare, rispetto all’anno precedente, una
perdita di 1,5 milioni di anni-vita, di cui 2/3 per minori
nascite e 1/3 per maggiori morti. “Quello del 2021”, ha concluso
Gian Carlo Blangiardo, “presenta invece maggiori incognite. La
perdita, per la parte dovuta ai nati previsti in 27mila in meno
sul 2020, è valutata in 2,2 milioni di anni-vita. La perdita
derivante dalla mortalità è soggetta all’evoluzione della
pandemia, e può oscillare tra i 35 e i 54 milioni di anni-vita”.
Questo scenario porta l’Italia ai livelli della metà degli Anni
Ottanta, pur disponendo oggi di 4 milioni di residenti in più.
(ANSA).
Fonte Ansa.it