(ANSA) – ROMA, 21 SET – Esiste un nuovo trattamento di prima
linea per chi soffre di carcinoma renale con metastasi: si basa
su due farmaci finora utilizzati come monoterapie di seconda
linea (nivolumab e cabozantinib). Il risultato, ottenuto
dall’Harvard Medical School, è stato presentato nel convegno
della Società europea di oncologia medica (Esmo 2020) .
I dati indicano un aumento della sopravvivenza libera dalla
progressione dalla malattia, della sopravvivenza globale e del
tasso di risposta dell’organismo, tanto che secondo i
ricercatori la nuova terapia è confrontabile al farmaco
considerato standard nelle cure, il subitinib.
“Il rischio di progressione o di morte è stato ridotto di
quasi il 50%, con la morte che è stata ridotta del 40% e il
tasso di risposta che è stato raddoppiato – spiega Toni K.
Choueiri, docente di Medicina dell’Harvard Medical School di
Boston – Diventerà un’importante opzione di trattamento tra cui
scegliere”.
I dati indicano che oltre la metà di coloro che prendevano i
due farmaci combinati hanno dovuto ridurre la dose di
cabozantinib per effetti collaterali, ma solo il 3% ha dovuto
interrompere la somministrazione di entrambi a causa della
tossicità, rispetto al 9% di chi invece prendeva solo il
sunitinib.
Il tasso complessivo di effetti avversi gravi è stato simile,
ma chi ha avuto la combinazione dei due rimedi ha avuto una
maggiore tossicità epatica. Per quanto riguarda gli effetti
collaterali correlati al sistema immunitario, il 19% di chi ha
seguito il trattamento sperimentale ha avuto corticosteroidi e
solo il 4% ha avuto bisogno di questa categoria di farmaci per
più di 30 giorni. (ANSA).
Fonte Ansa.it