Il Si vince anche a Roma, Milano, Torino, sospinto soprattutto dalla periferia, ma il centro storico delle città ha premiato il No. Insomma se l’andamento del voto per il referendum per il taglio dei parlamentari a Roma, Milano e Torino è assolutamente in linea con il dato nazionale, nei quartieri a vocazione borghese, ovvero le zone dove tradizionalmente il voto è più orientato verso il centrosinistra, ha prevalso di gran lunga il No. Un elemento questo che a Roma, dove il Sì ha registrato il 60% dei voti, si sposa con un dato politico in più e significativo: a votare No sono stati solo i municipi I e II, ovvero il centro storico, entrambi a guida Pd in una capitale a trazione pentastellata. Proprio qui però il No ha prevalso e non di misura: nella roccaforte del I municipio a guida Sabina Alfonsi e nel II con la minisindaca Francesca del Bello il No si attesta rispettivamente al 56% e al al 57%.
Stessa situazione a Milano dove il Si incassa il 56,4%: nel centro storico la situazione è rovesciata col 56,5% di voti per il No. Nella capitale lombarda il Sì prevale in tutti gli altri 8 Municipi, ma comunque con un dato inferiore a quello nazionale, visto che in una sola zona è stato superato il 60%.
Anche a Roma il sì al taglio dei parlamentari vince in periferia, anche qui con una media che si attesta sul 60% , compresi gli altri due municipi a guida Pd, ovvero al III col 59% e all’VIII al 56% Altro dato significativo: il Si stravince al VI municipio , ovvero nella periferia difficile di Tor Bella Monaca e Torre Angela dove raggiunge il 73%, il dato più alto nella capitale. Ma sempre all’VIII municipio si registra un altro record capitolino, ovvero l’affluenza più bassa, il 39,38%.
A Torino il Sì si attesta al 60,74%, ma, anche qui, le uniche circoscrizioni ad avere premiato il no sono state il Centro e la Crocetta, il quartiere elegante del capoluogo piemontese, dove il no ha ottenuto il 56,84%.
Fonte Ansa.it