LONDRA – Ombre si allungano su Roman Abramovich, proprietario del Chelsea. Alcuni “FinCen files”, leaks di documentari bancari che rivelano numerose attività illecite di riciclaggio di denaro da parte di alcune grandi banche internazionali, hanno svelato che il patron russo controllava anche quote dei cartellini di alcuni giocatori non tesserati per il suo club attraverso una società anonima off-shore, con sede nelle Isole Vergini Britanniche.
Un portavoce di Abramovich: “Non ha commesso alcune infrazione”
Tra i calciatori emersi dalle carte, che sono state visionate dai giornalisti della Bbc, c’è anche l’ala peruviana Andre Carrillo, avversario proprio del Chelsea in una partita di Champions League del 2014 quando giocava con la maglia dello Sporting Lisbona. Un portavoce del magnate russo, interpellato dall’emittente britannica, ha sottolineato che non è stata commessa alcuna infrazione del regolamento da parte di Abramovich dal momento che gli accordi di Third-party ownership (TPO) – investimento di terze parti attraverso l’acquisto in tutto, o in parte, dei diritti economici di sportivi professionisti – sono stati vietati a livello internazionale solo nel 2015, quando la società di Abramovich non era già più operativa.
Nel 2016 trasferito oltre un miliardo a società offshore
Secondo l’ex presidente della Federcalcio inglese Lord Triesman si tratterebbe però di un evidente conflitto di interesse: “Non penso che sia corretto per il proprietario di una società avere interessi economici su giocatori di altri club. Questa è la ragione principale per la quale la Federazione aveva vietato il TPO già nel 2008”. Già nel dicembre 2016 alcune attività bancarie di Abramovich erano state segnalate come sospette, dopo che il patron del Chelsea – in pochi mesi – aveva effettuato svariati trasferimenti di denaro, per il valore complessivo superiore ad un miliardo di dollari, a beneficio di società offshore non identificate.
Fonte www.repubblica.it