Nella corsa alla Champions League, che non frequenta ormai dal 2014, il vantaggio più evidente per il Milan è Ibrahimovic, come ha un po’ perfidamente sottolineato Mihajlovic, al quale Pioli ha replicato senza scomporsi: Zlatan è un campione. L’annotazione è tautologica, però rende l’idea e non c’è bisogno di aggiungere molto. Ma l’altro grande vantaggio del Milan è che si tratta di una squadra davvero giovane: con le eccezioni di Kjaer in difesa e di Ibra in attacco, la formazione iniziale schierata da Pioli contro il Bologna aveva un portiere di 21 anni, 3 difensori di 23, 20 e 22, una coppia di centrocampo di 23 e 22, un trio sulla trequarti di 25, 26 e 27. Gli ingressi dalla panchina di Saelemaekers (21), Tonali (20), Duarte (24), Krunic (26) e Diaz (21) hanno ulteriormente abbassato l’età media. E’ davvero una risorsa in più. Perché il calendario compresso esalta chi ha più energie. Perché una squadra molto giovane, per definizione, può solo crescere. E perché le cinque sostituzioni permettono di cambiare le partite in corsa.
Il canovaccio tattico del Milan, ha ricordato con legittimo compiacimento Pioli, è particolarmente collaudato e i giocatori si divertono a metterlo in pratica. Adesso arrivano subito le vere prove. La prima è di mercato, per la società: Maldini ha chiaramente detto che la priorità è un difensore centrale, dato il numero degli infortunati nel ruolo, a cominciare da Romagnoli. La prova sul campo, invece, è l’Europa League. Il Bodo Glimt, giovedì nel secondo turno preliminare, è un avversario scivoloso: molto più avanti fisicamente, per via del campionato inoltrato, e con una dose supplementare di autostima, per la lunghissima imbattibilità. E’ comunque abbastanza difficile pensare che il Milan, pungolato alla massima concentrazione anche dal suo allenatore in campo (Ibra, ovviamente), possa inciampare su questo ostacolo. Poi ne troverebbe un altro in trasferta, in Turchia (Besiktas) o in Portogallo (Rio Ave). A quel punto la stagione potrà dirsi veramente iniziata, con la fase a gironi dell’Europa League. E con un doppio, innegabile vantaggio: Ibra e i giovani. Due elementi complementari per tornare in Champions nel 2021, dopo sette anni di astinenza: un traguardo sfiorato nel 2019 da Gattuso per un solo punto di distanza da Atalanta e Inter. Ibra e i giovani, due anni dopo, quel punticino lo vogliono cancellare.
Fonte www.repubblica.it