Se il Bayern è sempre grande, tutto il resto è Neuer (che salva su En Nesyri a pochi minuti dalla fine dei tempi regolamentari e sventa all’inizio dei supplementari dopo un palo, sempre di En Nesyri). Poi ci penserà Xavi Martinez appena entrato a risolvere tutto al 14′ del primo supplementare segnando il 2-1. Se il Siviglia è sempre tosto, tutto il resto, ossia quel sapore in più che ritroviamo stabilmente nella pentola andalusa, ce lo mette Ocampos. Rispetto ai suoi timidi anni italiani (Genoa, Milan), il 26enne argentino ha subito una metamorfosi che magari qualcuno qui da noi avrà ritenuto impronosticabile (ma davvero?): da talento indefinibile a caleidoscopico campione a tutto campo, con qualche giocata alla Neymar. Forse si poteva anche intuire. Dai.
La prima coppa europea della nuova stagione, così schiacciata sulla vecchia per i motivi che sappiamo, va alla squadra più forte del mondo: il Bayern. Non capita spesso poter dire che i più forti e i più belli a vedersi sono anche quelli che vincono di più. Anzi: capita più spesso il contrario. Forse negli anni recenti, soltanto il Barcellona di Guardiola ha vinto così. Bellissimo è anche il suo City, ma in Europa non ha vinto nemmeno a tombola. Splendido era stato lo United di Ferguson, ma ha vinto quanto meritava? Non esaltante altrettanto è stato il Liverpool, emozionante a tratti, non epocale tuttavia. Men che mai il Real Madrid. Andando indietro, il binomio bellezza-forza-vittorie fa pensare al Milan di Sacchi e all’Ajax. Ma erano altri tempi.
Che fosse complicato battere il Bayern, non c’è dubbio che fosse un tema ricorrente negli ultimi sogni del Siviglia di Lopetegui. Anche se la Supercoppa Europea ha sempre livellato le contendenti, con estrema democrazia, con questa del Bayern sono 25 le volte che l’ha conquistata la vincente di Champions, 20 volte è andata alla vincente dell’altra coppa (Uefa o Europa League), era chiaro quale delle due fosse la favorita. In ogni caso il campo ha regalato una partita giocata a ritmi elevati, con un’intensità diciamo pure nuova e non deve essere un caso se sia stata disputata davanti a poco più di 15 mila spettatori, nello stadio Puskas di Budapest (contro il parere del sindaco). Anche poca, la gente in tribuna fa tutta la differenza del mondo. Dà slancio, dà persino senso di appartenenza in un campo neutro (perché il senso di appartenenza riguarda il pallone in sé e senza pubblico il pallone cambia radicalmente e senza speranza). Per questo è stata anche una partita rivolta verso un domani più intenso, dove la gente possa tornare quantomeno a toccarsi, sulle mani e nel cuore.
Dicevamo che il Bayern faceva paura. E per forza. Ha vinto tutte le sue partite in Champions. E sapete da quant’è che non perde? Dal 7 novembre del 2019, quando fu sconfitto dal Mönchengladbach in Bundesliga. E’ la seconda Supercoppa Europea del Bayern, la prima arrivò nel 2013 e quello fu anche il primo trofeo europeo di Guardiola sulla panchina bavarese, dov’era appena arrivato (qualche mese dopo sarebbe arrivato anche il Mondiale per Club). Anche il Siviglia ne ha vinta una: nel 2006. Tra le chiavi emotive del match, l’assist di Lewandowski per l’1-1 di Goretzka. Per il polacco sarà stato l’ultimo rimpianto per il Pallone d’Oro che non è stato assegnato (a lui). La preparazione dell’incontro è passata attraverso i ragionamenti dei due tecnici, Lopetegui e Flick, i quali avranno passato in rassegna i pregi dell’avversario, prima anche che ricordare i propri. Col pressing alto, Flick entrava nel match alla sua maniera. La “Neue Sachlichkeit” del Bayern da lui allenato sta tutta nella sua reversibilità: è una squadra che s’illumina d’immenso ma se necessario, in men che non si dica, si traveste da gruppo affamato e votato al sacrificio. Però Flick rispetta il Siviglia: e la dimostrazione è che conoscendo il talento degli andalusi sulle corsie esterne preferisce Hernandez a Davis, che è un campione ma che forse, in certi casi, pochi in verità, può ancora denunciare qualche piccolo scompenso in fase di copertura, soprattutto se di fronte ha dei furetti dalla complessione fisica ingestibile per un ragazzone come lui (Navas e Suso).
Il Siviglia deve dimostrare di aver assorbito l’addio di Banega, per il quale c’è Rakitic che torna da Barcellona. Ma il vero interrogativo irrisolto per Lopetegui è: come sostituirà Reguilion? Se il raddoppio ultrarapido sugli esterni alti va bene con Roma che gioca (lenta) a tre dietro e senza ali, potrebbe non funzionare con la saggezza e il furore istintivo del Bayern che ha la difesa a quattro e davanti due esterni alti indemoniati come Gnabry e Sané, capaci anche di andare in pressione. Lopetegui ci prova comunque, però quando difende fa densità in mezzo perché al Bayern manca Thiago (al Liverpool). Tuttavia sia Kimmich che Goretzka sanno farne le veci, visto che il Bayern fa un possesso palla anche estremo, alla spagnola.
Match sbloccato dal rigore di Alaba su Ocampos (il migliore in campo in assoluto), rigore un po’ dubbio. Ocampos lo trasforma (13′). Dopo essersi mangiato una rete alla mezzora, Lewandowski fa un assist sublime al Goretzka per l’1-1 (ma attenti alla scodellata di Müller di esterno destro!). Come vuole la prassi, ma come non vorrebbe mai un allenatore, nel secondo tempo le squadre si allungano. Il primo tempo l’avevano giocato a ritmi altisonanti. Che restano sempre alti. A pochi minuti dalla fine dei regolamentari arriva Neuer. Poi supplementari. Ancora Neuer. E infine Martinez. Nel segno del calcio tedesco, che ci guarda dall’alto.
BAYERN MONACO-SIVIGLIA 2-1 dts
BAYERN MONACO (4-2-3-1): Neuer; Pavard, Alaba (7’sts Boateng), Sule, Hernandez (9’pts Davies); Goretzka (9′ pts Javi Martinez), Kimmich; Sanè (25’st Tolisso), Müller, Gnabry; Lewandowski. In panchina: Ulreich, Nubel, Cuisance, Zirkzee, Fein, Tillman, Richards, Musiala. Allenatore: Flick.
SIVIGLIA (4-3-3): Bounou; Jesus Navas, Diego Carlos, Koundè, Escudero; Jordan (4’pts Vazquez), Fernando, Rakitic (11’st Torres); Suso (27’st Gudelj), de Jong (11’st En-Nesyri), Ocampos. In panchina: Vaclik; Javi Diaz, Sergi Gomez, Munir, Oscar Rodriguez, Acuña, Carlos Fernandez, Gil. Allenatore: Lopetegui.
ARBITRO: Taylor (Inghilterra).
RETI: 13’pt Ocampos, 34’pt Goretzka; 14’pts Javi Martinez.
NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni.
Ammoniti: Alaba, Jordan, Koundè, Fernando, Hernandez, Escudero.
Angoli: 10-6 per il Bayern. Recupero: 2′; 4′; 1′; 1′.
Fonte www.repubblica.it