(ANSA) – BOLOGNA, 25 SET – Quindici anni fa moriva Federico
Aldrovandi, 18enne ucciso a Ferrara durante un controllo della
Polizia e divenuto un simbolo con la battaglia dei suoi genitori
per avere giustizia. “Il 25 settembre di ogni anno, giunta
l’alba, si ripete quello che per me rimarrà per sempre un
incubo, o peggio, il ricordo orribile dell’uccisione di un
figlio da parte di chi avrebbe dovuto proteggergli la vita”,
scrive oggi su Facebook il padre del giovane, Lino, mentre la
madre, Patrizia Moretti, su Twitter invita a “non dimenticare” e
posta un video-omaggio della curva ovest della Spal, la squadra
di Federico.
Lino Aldrovandi ricorda la storia del figlio: “Nato a Ferrara
il 17 luglio 1987, terminò forzatamente la sua breve vita ad
appena diciotto anni, alle ore 6.04 di un assurdo 25 settembre
2005, sull’asfalto grigio e freddo di via Ippodromo, di fronte
all’entrata dell’ippodromo, in Ferrara, in un luogo forse troppo
silenzioso, ucciso senza una ragione all’alba di una domenica
mattina da 4 persone con una divisa addosso. I loro nomi: Monica
Segatto, Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani”, i
poliziotti che vennero condannati per eccesso colposo in
omicidio colposo, a tre anni e sei mesi.
Nel pomeriggio a Ospital Monacale, Comune di Argenta
(Ferrara) a Federico viene intitolato un giardino pubblico.
(ANSA).
Fonte Ansa.it