(ANSA) – LONDRA, 28 SET – Una protesta silenziosa, come a
voler denunciare una sorta di parallelo fra la prepotenze del
regime di Pechino e quelle imputate agli Usa. E’ il senso della
testimonianza di solidarietà manifestata oggi dal celebre
artista e dissidente cinese Ai Weiwei – attualmente rifugiato
nel Regno Unito – contro l’estradizione negli Stati Uniti di
Julian Assange, al centro di un controverso procedimento di
fronte alla giustizia britannica.
“Tutte le parole che vogliamo dire sono già lì”, ha
dichiarato Ai Weiwei indicando la sede di Old Bailey, la corte
londinese dove è in corso da inizio settembre l’iter sulla
possibile consegna oltre Oceano del fondatore australiano di
Wikileaks.
Parlando ai media, il dissidente cinese ha dichiarato di
ritenere la battaglia di Assange “un valore fondamentale per la
nostra libertà”.
Numerosi i manifestanti che si sono dati appuntamento con lui
questa mattina a Londra per sostenere la campagna “Free
Assange”: tra le personalità del mondo dell’arte, dello
spettacolo e della moda c’erano la leggendaria stilista inglese
Vivienne Westwood, l’attrice Pamela Anderson e la rapper MIA.
La corte londinese è chiamata a stabilire – con un verdetto
appellabile atteso probabilmente dopo le elezioni presidenziali
americane del 3 novembre – se l’attivista australiano dovrà
essere processato negli Usa, dove è inseguito fin da quando
WikiLeaks diffuse nel 2010 centinaia di migliaia di documenti
militari e diplomatici, svelando – tra le altre cose – evidenze
di crimini di guerra attribuiti alle forze statunitensi in Iraq
e Afghanistan. In caso di condanna, il 49enne Assange, su cui
pesano 17 contestatissimi capi d’imputazione per ‘spionaggio’ (su 18 totali), inediti nella stessa storia giudiziaria
americana per un caso di pubblicazione mediatica di file
riservati, rischia ben 175 anni di reclusione. (ANSA).
Fonte Ansa.it