(ANSA) – ROMA, 30 SET – Siglato oggi l’accordo tra Cgil, Cisl
e Uil e la Regione Lazio per un nuovo modello di assistenza
pubblica nelle RSA e il rafforzamento del sistema dei servizi
socio sanitari ad anziani, non autosufficienti e disabili. Lo
rende noto la Cgil. “Il sistema sanitario del Lazio – afferma la
Cgil di Roma e Lazio insieme alle categorie di pensionati e
lavoro pubblico – è a una svolta decisiva. Con l’accordo di oggi
si stabiliscono le tappe fondamentali che riporteranno al centro
l’assistenza socio sanitaria pubblica, una gamba importante del
sistema sanitario regionale, riequilibrando il peso del pubblico
rispetto alle gestioni private in accreditamento e mettendo al
centro qualità del lavoro e universalità dei servizi. Una
battaglia che come Cgil da tempo sosteniamo e che lega lavoro a
qualità dell’assistenza”. “L’emergenza Covid 19 e le criticità
emerse specialmente nelle Residenze sanitarie per anziani, dove
anche nel Lazio si è registrato un notevole numero di decessi –
proseguono Cgil, Fp e Spi Cgil Roma Lazio – hanno fatto luce su
un sistema in cui alla precarietà e alle condizioni di lavoro
del personale si sommano l’assenza di regolari controlli e
adeguati livelli di cura e sicurezza per gli ospiti. Si è così
condiviso con la Regione Lazio un percorso che ridisegni il
modello di assistenza residenziale e domiciliare, a piena regia
pubblica e con un costante monitoraggio condiviso con le parti
sociali”. “Dalla realizzazione di nuove RSA pubbliche attraverso
la riqualificazione di strutture esistenti, con nuovi 1000 posti
residenziali e semiresidenziali, alla sospensione degli
accreditamenti fino a fine anno, a maggiori controlli e vincoli
sulle tariffe, in primis legandole alla tipologia del CCNL
applicato (quindi disincentivando il ricorso a contratti pirata)
– prosegue il sindacato – si definiscono gli step per
riprogettare il sistema, investendo anche nell’assistenza
domiciliare, nel co-housing e nella ridefinizione delle norme
per le case di riposo, in un’ottica di maggiore controllo,
integrazione dei servizi e partecipazione delle famiglie. Un
nuovo sistema in cui le RSA siano una soluzione transitoria e
non l’ultimo e unico punto di arrivo nell’assistenza agli
anziani. Sulla questione contrattuale, l’obiettivo è superare il
dumping esistente, le carenze e la precarietà, aumentando il
personale sanitario alle dirette dipendenze del pubblico. Si
stabilisce – sottolinea il sindacato – l’assunzione entro giugno
2021 di 1000 infermieri di famiglia o di comunità da destinare
all’assistenza infermieristica e ai servizi territoriali per la
gestione dell’assistenza domiciliare integrata, oltre a nuove
assunzioni da destinare ai servizi territoriali. È l’avvio di un
percorso complessivo, con tappe certe e tavoli di confronto
permanenti, che darà risposta ai bisogni di salute e assistenza
dei soggetti più fragili e rimetterà al centro la dignità delle
persone e la qualità dei servizi e del lavoro, in un settore
lasciato a margine della programmazione pubblica dei servizi e
degli investimenti”, conclude la Cgil. (ANSA).
Fonte Ansa.it