(ANSAmed) – ISTANBUL, 1 OTT – Entra oggi in vigore in
Turchia la nuova legge che impone un severo controllo statale
sui social media, approvata a fine luglio dal Parlamento di
Ankara tra forti polemiche delle opposizione e degli attivisti
per la libertà d’espressione. La normativa impone obblighi a
giganti del web come Facebook, Twitter e Youtube, che d’ora in
avanti dovranno avere un referente locale, legalmente
responsabile dei contenuti e della loro eventuale rimozione su
richiesta dell’autorità giudiziaria. La legge riguarda i social
con oltre un milione di visitatori unici al giorno e prevede che
i dati dei loro utenti siano catalogati in server locali,
sollevando timori di violazioni della privacy. Se non si
adegueranno, le società subiranno sanzioni che vanno da multe
salate a un oscuramento di fatto, con riduzioni della larghezza
di banda fino al 90%.
Per il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, questa
regolamentazione servirà a “porre fine a offese e insulti”. Le
associazioni per i diritti civili denunciano invece un ulteriore
colpo alla libertà d’espressione in un Paese in cui gran parte
dei media tradizionali è nelle mani di gruppi filo-governativi.
“È impossibile in un Paese come la Turchia sopprimere i social
network, che fanno talmente parte della vita della gente”,
sostiene la direttrice di Human Rights Watch nel Paese, Emma
Sinclair-Webb, secondo cui il vero obiettivo è “mettere a tacere
le contestazioni e bloccare i flussi d’informazioni”
indipendenti. Stando all’osservatorio specializzato EngelliWeb,
solo nel 2019 la Turchia aveva già bloccato l’accesso a 408 mila
siti internet e oscurato 40 mila tweet, 6.200 post su Facebook e
10 mila video su YouTube. (ANSAmed). (ANSA).
Fonte Ansa.it