Tiziana FABI / AFP
Papa Francesco a Piazza Armerina
“Ci sono dei casi. Stiamo lavorando”. Così Papa Francesco, rispondendo ai giornalisti sul volo di ritorno da Abu Dhabi sui casi di stupro subiti da religiose, e in particolare citando un articolo dell’Osservatore che denuncia l’abuso sessuale delle donne consacrate nella Chiesa da parte del clero. Tema su cui qualche mese fa anche l’Unione delle Superiore generali ha fatto una denuncia pubblica. “Papa Benedetto – ha ricordato Bergoglio – ha avuto il coraggio di sciogliere una congregazione femminile che aveva un certo livello, perché c’era entrata questa schiavitù, anche persino sessuale, da parte dei chierici o da parte del fondatore. A volte il fondatore toglie la libertà alle suore, può arrivare a questo. Vorrei sottolineare che Benedetto XVI ha avuto il coraggio di fare tante cose su questo tema”.
E ancora: “Il maltrattamento delle donne – ha spiegato Bergoglio ai giornalisti che volavano con lui – è un problema. Io oserei dire che l’umanità ancora non ha maturato: la donna è considerata di “seconda classe”. Cominciamo da qui: è un problema culturale. Poi si arriva fino ai femminicidi. Ci sono dei Paesi in cui il maltrattamento delle donne arriva al femminicidio. È vero, dentro la Chiesa ci sono stati dei chierici che hanno fatto questo. In alcune civilizzazioni in modo più forte che in altri. Ci sono stati sacerdoti e anche vescovi che hanno fatto quello”. Il Papa ha anche confidato: “io credo che si faccia ancora: non è che dal momento in cui tu te ne accorgi, finisce. La cosa va avanti così. E da tempo stiamo lavorando in questo. Abbiamo sospeso qualche chierico, mandato via, e anche, non so se è finito il processo, sciogliere qualche congregazione religiosa femminile che era molto legata a questo fenomeno, una corruzione. Si deve fare qualcosa di più? Sì. Abbiamo la volontà? Sì. Ma è – ha concluso Francesco – un cammino che viene da lontano”.
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