ROMA – Inizia dal 6 febbraio la cassa integrazione straordinaria per reindustrializzazione destinata ai cento dipendenti della Pernigotti di Novi Ligure (Alessandria). E’ l’accordo firmato all’incontro al ministero del Lavoro, secondo quanto si apprende da fonti sindacali. Per l’azienda, di proprietà del gruppo turco Toksoz, erano presenti il direttore finanziario, il direttore risorse umane e gli advisor legali. Inoltre partirà un piano di politiche attive per i lavoratori. Entro fine marzo ci sarà un incontro per verificare l’avanzamento del piano.
Uila, la cigs è un risultato comunque positivo
“Non era quello che auspicavamo ma è un risultato positivo perché abbiamo ottenuto la modifica della finalità della cassa che consente la reindustrializzazione del sito e l’attivazione del politiche attive che consente la rioccupazione dei lavoratori”. Lo afferma il segretario nazionale della Uila Uil, Pietro Pellegrini, al termine della riunione al ministero del Lavoro in cui è stata firmata la cassa integrazione per i lavoratori della Pernigotti. “Il nostro impegno nei prossimi mesi sarà monitorare l’avanzamento del piano dell’advisor perché si realizzino tutte le condizioni e si possa garantire un futuro allo stabilimento e ai lavoratori di Novi Ligure”, aggiunge Pellegrini.
Rossomando (Pd), Governo non se ne lavi le mani
“Il Governo si faccia carico al più presto di dare risposte ai lavoratori della Pernigotti, che oggi vedono l’azienda chiudere la produzione, dopo aver visto solo pochi mesi fa il ministro Luigi Di Maio cimentarsi in promesse e rassicurazioni”. Lo chiede la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd). “La trattativa – sottolinea Rossomando – è andata in fumo, Di Maio e il Governo adesso non possono lavarsene le mani, ma devono dimostrare con atti concreti ciò che intendono fare e devono tornare a spiegarlo ai lavoratori, che non possono accontentarsi di una visita di circostanza ma vogliono garanzie sul futuro della fabbrica”. “Lo stabilimento di Novi Ligure – aggiunge- non può essere lasciato solo e abbandonato. E’ urgente un intervento a tutela dei lavoratori e della produzione, della storia di un territorio e di un settore che rappresenta un’eccellenza per tutto il Paese”.
Tre i possibili investitori
Per la Pernigotti di Novi Ligure sono arrivate tre manifestazioni di interesse e altre quattro possibili investitori sono in attesa di effettuare un sopralluogo. È quanto trapela dal tavolo al ministero del Lavoro per firmare la cassa integrazione straordinaria per i cento dipendenti.
L’advisor Sernet avrebbe contattato 36 aziende. Tra quelle interessate ci sarebbe un’azienda italiana specializzata nella cioccolata, con la quale è in corso uno scambio di informazioni.
Ci sarebbe poi una cordata di investitori, alcuni del settore dolciario, e una cooperativa sociale. Tutti e tre questi progetti occuperebbero 30-50 lavoratori.
La proprietà turca, Toksov, avrebbe ribadito di non essere disponibile a cedere il marchio e di non avere risorse per finanziare il ricollocamento dei lavoratori sul territorio. Ha manifestato invece la disponibilità ad affidare agli acquirenti dello stabilimento la produzione e a valutare riduzioni nel prezzo dell’immobile in base al numero di lavoratori riassunto.
I prossimi passi prospettati dalla società, dopo l’accordo sulla cigs, sarebbero la verifica degli incentivi alla reindustrializzazione e alle politiche attive, in collaborazione con la regione Piemonte, e la stesura del piano sociale. Intanto continuerebbero le visite dei potenziali investitori allo stabilimento, alle quali seguirebbe la verifica della loro solidità economico-finanziaria e la valutazione delle loro proposte.