(ANSA) – PISA, 08 OTT – Università di Firenze e Scuola
Normale Superiore di Pisa hanno individuato la molecola che
inibirebbe la plasticità neurale con l’aumentare dell’età.
“Comprendere i meccanismi che inducono la comparsa di questi
freni molecolari potrebbe avere molteplici implicazioni,
facilitando, ad esempio, il recupero delle funzioni cerebrali
dopo traumi”, riporta uno studio sulla rivista Embo Reports. La
capacità di ricevere ed elaborare stimoli cognitivi è tipica
dell’infanzia e dell’adolescenza, mentre tende a diminuire con
il progredire dell’età. Cosa determina questo impoverimento? I
ricercatori del Laboratorio Bio@Sns della Scuola Normale e del
Dipartimento Neurofarba dell’Università di Firenze hanno
realizzato uno studio che individua come responsabile della
perdita di plasticità del cervello una molecola di microRna. Se
si inibisce la presenza di questa molecola nell’adulto, è la
questione, il cervello torna a mostrare la plasticità del
giovane. La molecola si chiama miR-29, ha una forma a forcina ed
è presente nelle cellule di tessuti come cervello, cuore,
muscolo, vasi, in diverse specie animali quali uomo, topo e
pesci. Nella corteccia cerebrale, la concentrazione di miR-29
aumenta di 30 volte tra l’infanzia e l’età adulta. Responsabile
sperimentale dello studio è Debora Napoli, perfezionanda in
Neuroscienze della Scuola Normale coaudiuvata dai perfezionandi
Leonardo Lupori e Sara Bagnoli. Lo studio è stato coordinato dal
professor Tommaso Pizzorusso del dipartimento Neurofarba
dell’Università di Firenze e dal professor Alessandro Cellerino
del Laboratorio di Biologia Bio@Sns della Scuola Normale di
Pisa. (ANSA).
Fonte Ansa.it