Durante la presentazione del film “Prima che la notte”, che andrà in onda il 23 su Rai1, il fondatore di Libera lancia il monito: “Non è una di quelle parole che fanno sentire la coscienza a posto per narcisismo e poi in realtà la si calpesta”
“In molti casi la legalità è stata usata come copertura, come credenziale, come lasciapassare”, questo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, nella conferenza stampa in Rai per la presentazione del film tv ‘Prima che la notte’ diretto da Daniele Vicari e con interprete principale Fabrizio Gifuni.
La pellicola, tratta dal libro scritto da Claudio Fava e Michele Gambino, ripercorre la storia del giornalista fondatore de I Siciliani e ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984.
Il film sara’ trasmesso mercoledi’ 23, in prima serata su Rai1, in occasione della giornata della legalita’ nell’anniversario della strage di Capaci.
Don Ciotti ha invitato a non fare della legalità “quella bandiera che tutti usano oggi, cominciando da quelli che la calpestano. La legalità è importante ma non può diventare un idolo, rischia di essere confinata come parola educativa”.
Quindi ha aggiunto che “la legalità non può essere una parola astratta ma deve diventare una parola di vita. E soprattutto è un compito di noi cittadini”. Occorre fare in modo che non sia “una di quelle parole che fanno sentire la coscienza a posto e suscitare in chi la pronuncia un senso narcisistico e poi scopriamo che persone che parlano di legalità, tali non sono”.
Per don Ciotti “dobbiamo rivedere l’impianto di trasmissione di societa’ civile, a scuola si deve insegnare sì il rispetto delle leggi, ma prim’ancora l’ascolto della responsabilita’ della coscienza. La scuola deve educare alla vita. Spero che le emozioni che il film trasmette, si trasformino in fatti concreti”.