Non è la prima volta di Alex Dowsett al Giro, ma è la prima volta di un team israeliano nel ciclismo che conta. Ha impiegato 5 anni l’Israel Start-Up Nation, la squadra che nella prossima stagione accoglierà niente meno che Chris Froome, per arrivare a vincere una tappa in un grande giro. Ora la missione compiuta a Vieste per merito di un britannico dalla una storia particolare: un atleta simbolo, capace di coniugare lo sport ad altissimo livello con una emofilia che per lui va avanti da sempre. Un palmares già ricco, fatto di tante vittorie a cronometro (una anche al Giro d’Italia di sette anni fa) e di tre mesi di gloria per il record dell’ora stabilito nel maggio 2015, prima che glielo sfilasse il mese dopo Rohan Dennis, a sua volta spodestato da Victor Campenaerts lo scorso anno. A Dowsett mancava solo godersi il gusto della vittoria, abituato come era a sfrecciare al traguardo a crono senza rendersi di ciò che gli ruotava intorno. Stavolta però è stato diverso: gli ultimi 100 metri se li è quasi fatti a passo d’uomo, in una sorta di autocelebrazione del trionfo. “Non so cosa dire. Ho avuto le mie soddisfazioni nelle cronometro, ma non potete capire cosa significhi tutto ciò in questo anno così difficile”, ha spiegato. “Non riesco a crederci, a gennaio diventerò padre ma non riesco a guardare così tanto avanti”.
Non cambia nulla nella classifica generale: Almeida resta in rosa alla vigilia del primo vero esame di laurea della sua carriera, domenica sulla salita di Roccaraso. Cambia invece la tranquillità generale nel gruppo: la positività di Simon Yates al Covid ovviamente getta ombre sul futuro di questo Giro, chiamato più che mai a vivere alla giornata. “E’ il primo caso dopo dieci giorni, siamo sereni perché vuol dire che la bolla ha retto. E il tema dei controlli rapidi ha una sua valenza, ci ha consentito di fermare Simon in maniera veloce. Se avessimo dovuto utilizzare il protocollo Uci noi questa mattina avremmo dovuto mandare a Milano i test e aspettare una risposta. Così siamo riusciti a bloccare la situazione e mettere in sicurezza la bolla e il gruppo”, spiega il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni.
E chissà, forse per una inconscia reazione emotiva alla situazione, più probabilmente per preservare energie per domenica, il gruppo lascia andare la fuga senza porre condizioni. Conferma la seconda ipotesi proprio la maglia rosa: “Abbiamo trascorso sette giorni a tutto gas, oggi è stata una giornata facile assieme al gruppo e devo dire che è stata positiva. Mi sono goduto il panorama, soprattutto nel tratto di discesa. Amo questo tipo di paesaggi”. Meno sereno Jakob Fuglsang, che a parte un inconveniente tecnico che lo ha costretto ad una breve rincorsa. attacca Nibali: “Non ci diciamo una parola, anche se ci conosciamo bene -riporta il sito danese bt.dk -. Siamo stati insieme per quattro anni in Astana e ora non so se è geloso, ambizioso o cos’altro. Penso che tutto sia dovuto al fatto che in passato ero un suo gregario, negli ultimi due anni sono andato più forte di lui e secondo me fa fatica a digerirlo”.
Torniamo alla fuga per la vittoria, sei corridori. C’è Salvatore Puccio, nel passato anche un giorno in maglia rosa: è un altro del Team Ineos che ha carta bianca dopo la resa di Thomas. Con lui Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec), Rosskopf (CCC Team), Holmes ed il duo dell’Israel Start formato dallo stesso Dowsett e da Brandle. Prendono un margine talmente ampio (alla fine i minuti saranno quasi 14) da poter gestire la situazione come un affare privato. A parte due GPM lungo il percoso, c’è un circuito finale che presenta uno strappo insidioso. Puccio è quello che fa la voce grossa, gli restano incollati Holmes e Rosskopf. E’il primo momento in cui la superiorità numerica di Dowsett e Brandle inizia a farsi sentire: rientrano, poi quando parte il britannico lo svizzero è perfetto nel gioco tattico ‘disturbando’ i cambi. “Mi sono reso conto che la mia giornata era iniziata con un incubo”, ha tweettato il vincitore. Il finale è stato decisamente più dolce.
ORDINE D’ARRIVO
1. Alex Dowsett (Gb) in 04h50’09”
2. Salvatore Puccio (Ita) a 01’15”
3. Matthew Holmes (Gbr) s.t.
4. Joseph Rosskopf (Usa) s.t.
5. Matthias Brandle (Aut) a 02’10”
6. Simone Ravanelli (Ita) a 02’13”
7. Michael Matthews (Aus) a 13’56”
8. Fernando Gaviria (Col) s.t.
9. Mikkel Bjerg (Dan) s.t.
10. Andrea Vendrame (Ita) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 29h52’34”
2. Pello Bilbao (Esp, Bahrain-McLaren) a 43″
3. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 48″
4. Harm Vanhoucke (Bel) a 59″
5. Vincenzo Nibali (Ita) a 1’01”
6. Domenico Pozzovivo (Ita) a 1’05”
7. Jakob Fuglsang (Den) a 1’19”
8. Steven Kruijswijk (Ned) a 1’21”
9. Patrick Konrad (Aut) a 1’26”
10. Rafal Majka (Pol) a 1’32”Fonte www.repubblica.it