(ANSA) – ROMA, 21 OTT – Trattare la balbuzie attraverso un
nuovo sistema di neurostimolazione controllata con degli
elettrodi posti sulla testa: è questo uno degli obiettivi del
progetto di ricerca avviato a luglio dall’Ircss San Camillo di
Venezia, in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia
di Ferrara, e per cui si stanno cercando volontari da
coinvolgere. Una richiesta che viene rinnovata alla vigilia
della Giornata internazionale della consapevolezza della
balbuzie, che si celebra il 22 ottobre. Quello della balbuzie
è un disturbo che colpisce il 5% dei bambini e l’1% degli
adulti, principalmente maschi. “Dagli studi fatti finora abbiamo
capito che la balbuzie è un problema del neurosviluppo e non
psicologico – spiega all’ANSA Pierpaolo Busan, coordinatore del
progetto – C’è una base neurologica forte che si intreccia con
una situazione genetica di base. Il problema psicologico diciamo
che peggiora lo stato delle cose”. L’obiettivo di questo
progetto di ricerca è sviluppare un nuovo tipo di terapia,
attraverso un sistema di neurostimolazione cerebrale, con degli
elettrodi che vengono posti sul capo e trasmettono una debole
corrente elettrica. “Moduliamo l’attività cerebrale per indurre
un miglioramento nel circuito che fa capo all’are
supplementare-motoria. L’idea è di fare un ciclo di 10 sedute,
unite alla logoterapia, per vedere se funziona e capirne
l’effetto”, aggunge Busan. Il riscontro avverrà registrando
diversi parametri, analizzando la fluenza del parlato e le onde
cerebrali. “Il progetto andrà avanti fino al 2023 e vorremmo
arruolare 30 pazienti, a cui rimborseremo le spese di viaggio e
albergo, anche se ora, con la pandemia e le restrizioni non è
facile – conclude – Ma lanciamo un appello a chi è interessato e
farsi avanti”. (ANSA).
Fonte Ansa.it