(ANSA) – ROMA, 28 OTT – I giudici della Corte dei Conti
della Liguria hanno condannato a un risarcimento di danni di
oltre 548 mila euro un medico di 69 anni della Spezia, accusato
di aver violato il rapporto di esclusività con il servizio
sanitario nazionale e le regole che disciplinano l’intramoenia.
I fatti contestati al medico-dentista riguardano l’attività
libero professionale che ha svolto dal 2003 al 2013. Dalle
indagini svolte dal nucleo di polizia tributaria della guardia
di finanza, per il decennio preso in considerazione, il medico,
che lavorava per l’Asl 5, avrebbe svolto anche la libera
professione senza aver versato all’Asl il contributo del 10% dei
redditi percepiti. Violando così le norme che regolano il regime
di intramoenia.
Secondo la procura contabile, il medico era stato autorizzato
a svolgere fuori dalla sua attività lavorativa solo visite
specialistiche o igienico dentarie e consulenze. Dalle indagini
è emerso che oltre a pubblicizzare la sua attività su siti
internet e aver aperto la partita iva, svolgeva anche
prestazione chirurghe e odontoiatriche, cosa che non poteva
fare. Le fatture avrebbero dovuto essere rilasciate sul
bollettino dell’Asl, e non sulla propria partita iva, e avrebbe
dovuto versare il 10% del fatturato.
I giudici contabili lo hanno così condannato a risarcire
oltre 548 mila euro: di questi quasi 240 mila euro sarebbero gli
importi conseguiti per la libera professione e oltre 308 mila
euro corrispondono invece all’indennità di esclusività
indebitamente percepita. (ANSA).
Fonte Ansa.it