L’importanza del Nipt test per le donne in gravidanza al centro di un ordine del giorno depositato qualche mese fa dalla consigliera regionale della Lega Sara Zambaia. Occasione per riparlarne, il convegno sul tema, a cui la stessa Zambaia ha preso parte ieri, organizzato dalla Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna.
“Il Non Invasive Prenatal Test – spiega Zambaia – appartiene alla nuova generazione di test prenatali non invasivi. Attraverso l’analisi del Dna fetale, che avviene mediante il prelievo di un campione ematico della donna con età gestazionale di almeno 10 settimane, si è in grado di valutare, con un’attendibilità che si attesta tra il 92% e il 99%, la presenza delle principali anomalie cromosomiche.
Il Nipt test, essendo un test non diagnostico, non può sostituire l’amniocentesi e la villocentesi, ma è sicuramente in grado di offrire un valido supporto nel rilevare con più affidabilità le principali anomalie cromosomiche individuate, in prima battuta, da duo-test, translucenza nucale, tri-test e test integrato”.
“Oggi, purtroppo, il Nipt test è puramente facoltativo – sottolinea Zambaia -, da effettuare previa consultazione del medico ginecologo di riferimento, ed è erogato da soggetti privati a fronte di un costo piuttosto elevato, tra i 500 e i 1000 euro, a carico delle utenti”.
“La proposta che ho presentato in consiglio regionale – conclude la consigliera leghista -, la cui calendarizzazione ha subito un rallentamento a causa dell’emergenza sanitaria, vuole sollecitare la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ad inserire questo test così importante all’interno dei LEA. Promuovere il Nipt test gratuito per le donne che presentano un accertato rischio intermedio sarebbe fondamentale”.