Un grande successo per numero di partecipanti e per l’alto valore di contenuti e relatori l’Assemblea Annuale dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino dal titolo “Migraction – Road to Futurabile” che si è tenuta per la prima volta in realtà aumentata per rispondere alle restrizioni dettate dall’attuale emergenza sanitaria: oltre 600 le persone che si sono registrate da tutta Italia e hanno potuto visitare l’ambiente virtuale e soprattutto interagire con l’avatar di 24 personaggi, tra cui imprenditori, rappresentanti delle associazioni ed esperti del settore, per discutere e confrontarsi direttamente in chat, grazie a una piattaforma realizzata ad hoc dai due partner tecnici Protocube Reply e TMP Group.
Ad aprire l’evento è stato il padrone di casa Alberto Lazzaro, Presidente del gruppo Giovani imprenditori dell’Unione Industriale di Torino, che ha subito contestualizzato l’attuale situazione economica alla pandemia da Covid-19: «Sono passati otto mesi dall’annuncio del primo lockdown di marzo e oggi è come se fosse ieri dato che per tutti noi e per le molte aziende che rappresentiamo quello è stato l’inizio di un cambiamento epocale. Molte vite perse, nostri cari, amici, connazionali, collaboratori e colleghi e anche molte realtà imprenditoriali chiuse e in procinto di fallimento. Questa Assemblea dal titolo MigrAction, da migrazione, inteso come cambiamento, e azione, come forza di agire e rispondere alle criticità del momento, è l’evento annuale più importante organizzato dal nostro Gruppo e come sempre vuole lasciare un segno tangibile e tracciare un percorso per il futuro di noi imprenditori e per chi amministra il potere di governo, sia locale che nazionale. E proprio in Robusta Taurinorum, il volume scritto dai Giovani Imprenditori dell’U.I. nel 2019, sono riportate le 23 proposte per il rilancio di Torino, che unite alla formazione continua, l’impegno nel sociale e la responsabilità personale e imprenditoriale, sono la vera mission della nostra associazione. Ora esigiamo essere ascoltati perché siamo stanchi di assistere a un mondo in cui altri decidono per il nostro futuro: siamo pronti a offrire le nostre idee, le nostre soluzioni e competenze che già mettiamo in campo nelle nostre aziende, aziende che da anni sono improntate e create sul cambiamento, sull’innovazione, sulla crescita e inclusione delle persone che ne fanno parte. Aziende che da tempo dimostrano di essere molto promettenti con tassi di crescita superiore alla media nazionale e che meritano di trovare un humus che ne garantisca la giusta vitalità e che stimoli gli imprenditori di tutto il mondo a voler far parte del nostro ecosistema torinese e italiano. Proponiamo quindi di creare un’agenzia permanente alla quale possano partecipare tutte le parti sociali per una visione più strategica delle dinamiche politiche e territoriali dei prossimi anni. E tra un anno ci ritroveremo qui a valutare l’operato di questo tavolo e a presentare i primi risultati del nostro impegno».
Ha proseguito Riccardo Di Stefano, Presidente nazionale dei Giovani di Confindustria: “Il 2021 sarà l’inizio di un decennio di enorme evoluzione: noi faremo di tutto per essere i protagonisti della trasformazione della crisi nel suo contrario. E il suo contrario, per noi, è una rotta. Rotta sul nostro migliore futuro, dove, quelle che i giovani imprenditori di Torino hanno chiamato Migraction si realizzano con effetti positivi per la nostra società. Il 2021 deve essere l’anno di Next Generation EU. Questo massiccio intervento deve essere utilizzato, con rigore e spirito di unità nazionale, per dare una direzione al futuro del paese. Next generation, quindi dovrebbe essere assegnato in base a un “punteggio”: più un progetto crea e assicura futuro, più merita di essere finanziato. Il primo KPI di ogni progetto deve essere il tasso di conversione euro/futuro. Partendo da quattro punti cardine: giovani e donne, transizione energetica ed ecologica, connessioni, inclusione territoriale”
Anche Licia Mattioli, già Presidente dell’Unione Industriale di Torino e vice Presidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, è intervenuta sul tema del cambiamento, dal punto di vita dell’imprenditore, e ha raccontato alla platea dei giovani la sua esperienza nell’azienda di gioielli acquisita col papà nel 1995, il laboratorio orafo di eccellenza più antico della città di Torino, emblema della tradizione artigianale orafa italiana: cambiamenti di visione e necessità di adattare il business ai nuovi mercati e l’impegno imprenditoriale che è in primis rivolto all’essere sempre al passo per adattarsi o ancora meglio anticipare le richieste del mercato.
Il Direttore della Pastorale Universitaria della Diocesi di Torino, docente di Teologia dell’Innovazione alla Cattolica di Milano, promotore di Torino città di riferimento per l’Intelligenza artificiale, Don Luca Peyron, ha invece dichiarato che “non dobbiamo cedere a nessun tipo di ansia, né tanto meno paura, per la trasformazione digitale in corso. L’unica cosa che dobbiamo temere è la paura di aver paura”.
Di grande interesse anche l’intervento di Silvia De Francia, farmacologa e ricercatrice del Dipartimento di Biologia dell’Università di Torino sulle differenza di genere nella sperimentazione, prescrizione e somministrazione dei farmaci: “Da Ippocrate a Platone, da Galeno a Vesalio e, incredibilmente fino alla fine del secolo scorso, la donna è stata considerata semplicemente un uomo di dimensioni inferiori e quindi non meritevole di attenzione specifica. Eppure il cuore della donna funziona e si ammala diversamente rispetto al cuore dell’uomo, i polmoni sono caratterizzati da differente capacità respiratoria e il cervello produce sostanze in quantità differenti rispetto a quello maschile. Uomo, donna, transgender. Oggi la medicina è appropriata nel garantire a ciascun individuo un trattamento equo, ossia tarato sul bagaglio di dati soggettivi che ciascun individuo, inevitabilmente, porta con sé dalla nascita?”
A chiudere la tornata di speech è stata Maria Paola Azzario Chiesa, Presidente del Centro per l’Unesco di Torino con un intervento basato sulla sua esperienza pluriennale in UNESCO – di cui ha fondato la sede Torinese – nell’ambito di una formazione scolastica che tenga necessariamente conto della società multietnica e passi dalla ricerca di metodi sempre più innovativi di education.