Sviluppare farmaci che guariscono i pazienti non è conveniente per i colossi Farmaceutici .
Una buona ricerca secondo i Big Pharma deve trovare la cura per i sintomi e lasciare intatte le malattie, questo è il massimo del business possibile .Ecco perché ad oggi, il cancro resta a tutti gli effetti, contrariamente a quanto vi raccontano una malattia completamente incurabile (salvi i casi di rimozione chirurgica totale). I trattamenti chemioterapici, quantomeno nei pazienti inoperabili, puntano unicamente a cronicizzare la malattia per il maggior tempo possibile, poiché solo così il conseguente business diviene letteralmente immenso.
Non si parla infatti di guarigione dal cancro, ma solamente di anni di sopravvivenza. Non vi è nessuna possibilità che la cura dei tumori sia approfondita nella direzione “one shot”, salvo che non sia lo Stato a tornare ad occuparsene diventando concorrente diretto delle lobby farmaceutiche ( ma non credo questo accadra’ mai). Negli USA (cosi come credo nel resto del mondo), la maggior parte degli oncologi non fa’ soldi nel curare i pazienti, ma con la vendita di farmaci contro il cancro. In realtà, secondo il Journal of American Medical Association, il 75 % dei guadagni dell’oncologo medio provengono dalla vendita di farmaci chemioterapici nel suo ufficio – e ad un prezzo sostanzialmente molto caro.
Le aziende farmaceutiche non solo pagano persone carismatiche per contattare i medici, esagerano i benefici dei farmaci, e sottovalutano i loro effetti collaterali, ma pagano anche tangenti agli oncologi per spingere i loro farmaci. Ad esempio, AstraZeneca Inc. ha dovuto pagare al governo federale 280 milioni dollari in sanzioni civili e 63 milioni dollari in sanzioni penali, dopo aver pagato tangenti ai medici per promuovere il suo farmaco contro il cancro alla prostata.
Lo scontertante documentario Cancer is Curable , intervista dei medici che indicano come i pazienti sono spesso sotto pressione da parte di oncologi convenzionali; a volte spingono il paziente al tavolo operatorio il giorno dopo la loro diagnosi – senza illustrare loro altre possibilità.
Quel che è peggio è che non importa quanto possa essere efficace un trattamento, i pazienti convenzionali vengono ancora uccisi dal cibo con cui vengono alimentati negli ospedali. Tutti i medici intervistati in Cancer is Curable spiegano che lo zucchero è il killer numero 1 per ogni malato di cancro – e anche se ogni medico dovrebbe saperlo, essi continuano a dare i loro pazienti panini e caramelle in camera chemioterapica. Fortunatamente , sempre più persone si stanno svegliando da queste bugie sul cancro e stanno cercando protocolli e trattamenti terapeutici alternativi, più sicuri e più efficaci, educando se stessi anche sul potere della nutrizione .
Molti oncologi dicono ai loro pazienti affetti da cancro di interrompere l’assunzione di integratori antiossidanti, mentre sono in fase di trattamento. Perché?
Perché dicono che c’è la possibilità che gli antiossidanti possano abbassare l’efficacia dei trattamenti come la radioterapia e la chemioterapia. Un esempio di terapia antitumorale alternativa molto diffuso, trattato in vari articoli scientifici, potrebbe essere quello della somministrazione nei pazienti per via endovenosa di vitamina C in altissimi dosaggi, su Focus si concludeva già allora con queste amarissime considerazioni: “Gli scienziati ipotizzano che la vitamina C somministrata in vena ad alte dosi agisca in realtà proprio come pro-ossidante, cioè aiuti le sostanze chemioterapiche nell’opera di danneggiamento delle cellule tumorali, risparmiando però quelle sane.
E’ da sottolineare come la vitamina C somministrata oralmente, attraverso i cibi o come integratore alimentari, può portare numerosi benefici, soprattutto al sistema immunitario, ma NON rappresenta un TRATTAMENTO ONCOLOGICO riconosciuto ed efficace. Solo MEGA DOSI di vitamina C, raggiungibili ESCLUSIVAMENTE mediante somministrazione intravenosa direttamente nella circolazione sanguigna e sotto controllo medico, si sono dimostrate efficaci in animali di laboratorioi nel rallentare la crescita tumorale. Studi clinici devono essere condotti e completati per dimostrare un’efficacia negli esseri umani per il trattamento di diversi tumori. Interrogativi che andrebbero sciolti con altri studi.
Il problema è, chi potrebbe essere interessato a finanziarli,dato che la vitamina C costa poco e non è brevettabile?
L’unica è, come chiedono gli autori dello studio, entrino in gioco “enti pubblici”. Ma purtroppo studi di questo genere non possono mai essere finanziati, perchè rischierebbero di mettere in ginocchio i bilanci di alcune delle più note multinazionali del farmaco. E gli esempi potrebbero essere innumerevoli e ben oltre il problema delle mere cure antitumorali. Ma in definitiva, a prescindere dall’esempio appena riportato, ciò che davvero conta è che la ricerca dovrebbe essere liberata da logiche di profitto ed allora e solo allora potremmo finalmente avere un progresso.
Ecco quali sono i profitti delle case farmaceutiche nel commercializzare la chemioterapia e non tutti sono a conoscenza che per sottoporsi ad una chemio, servono la bellezza di :
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 409.020,00 euro
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
-Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro.
Ecco perchè si soffermano a queste cure non estendendo la loro ricerca ad altre possibili terapie alternative
Qui di seguito sono riportati i dati di fatturato ed utile delle varie case farmaceutiche, la Pfizer casualmente e’ sempre al primo posto
Svegliamoci da questo torpore e dalle bugie che continuamente ci propinano,ricordandoci che circa un terzo dei casi potrebbe essere evitato con uno stile di vita sano, ossia facendo tanto movimento, bevendo pochi alcolici, seguendo un’alimentazione equilibrata, non esponendosi a fattori ambientali potenzialmente nocivi, e non fumando. Inoltre di fondamentale importanza e’ la prevenzione.
di C.S.