Inaugura giovedì 10 dicembre -e fino al 20 febbraio 2021- al Cantiere Art Gallery di Treviso, Art: from the STREET to the WALLS, la mostra curata da Marcello Francolini che raccoglie i lavori di alcuni degli street artists più famosi al mondo: il duo Sten Lex e Tellas.
Dalla strada alla galleria, e dalla galleria alla strada. Fenomeno artistico e mediatico fra i più influenti degli ultimi quarant’anni, la Street Art è ormai entrata di diritto nei musei e nelle gallerie, contribuendo al rinnovamento della pittura e della scultura contemporanea con la carica dirompente tipica di una controcultura. L’arte di strada: l’unica e sola avanguardia in grado di riunire gioventù, periferie e minoranze nell’era della globalizzazione.
Quattordici opere, tra tele e stencil su poster con sostegni in ferro e vetro, di cui due inedite e site specific, organizzate in un percorso distribuito sugli oltre 400 metri quadri di un ex hangar industriale riconvertito in polo culturale, con uno spazio espositivo e un cocktail bar e ristorante d’eccellenza. Soffitti alti sette metri e pareti con mattoni a vista, dove sperimentare un concetto d’esposizione volta a trasformare la fruizione in sosta. Un luogo in cui il contatto con l’opera diviene colloquiale, privato e al tempo stesso collettivo, sull’esperienza dei caffè storici che hanno animato il panorama artistico italiano come il “Caffè Michelangiolo”, il “Giubbe Rosse”, il “Caffè Campari” e il Caffè Argano”.
Il progetto nasce da una riflessione sui concetti fondamentali nella storia della controcultura Street e su tutte le sue evoluzioni. Come scrive Marcello Francolini nel testo critico “Sten Lex e Tellas sono entrambi cresciuti nell’alveo della Street Art, sul banco di scuola, a mo’ di tramezzino, il libro sopra, la rivista “Aelle” sotto e un foglio disponibile al centro. Ma è chiaro che ogni nuova generazione ridefinisce i canoni precedenti, così nei lavori di questi artisti, lo stesso spazio del muro s’estende, il rapporto figura sfondo aumenta il rapporto cognitivo con il pubblico passante, i cittadini, la collettività. E dunque per questa movimentazione d’intenti l’opera s’allarga, si magnifica, per esporsi alla civiltà urbana. In questo senso credo, entrambi gli artisti s’accomunano in un principio di rieducazione all’immaginazione, ogni loro opera si pone come ridefinizione dello spazio, tanto di quello reale quanto di quello interiore”.
Rigenerazione e rinascita sono i temi fondamentali dello stile innovativo di Sten Lex, veri e propri pionieri dello stencil poster, che ha reso celebre in tutto il mondo il duo già attivo in Italia dai primi anni 2000. Risalgono al 2001 infatti le prime opere murarie del duo, apparse sui muri di Roma, con figure tratte dalla cultura pop, dall’arte sacra, e dal mondo del cinema, cominciando a diffondere lo Stencil Graffiti, una tecnica allora ancora poco nota. Ma è con l’invenzione dello “stencil poster”- combinazione di mezzi toni e stencil- che Sten Lex si consacrano come gli “incisori del nuovo millennio”, rendendo per la prima volta unica e irripetibile una tecnica nata con lo scopo di essere riprodotta: un paradosso metodologico che rende unici e dinamici i loro lavori.
Lo Stencil Poster consiste nell’incollare un poster a parete come fosse carta da parati, ritagliarlo per farne una matrice, dipingerlo e infine lasciare che gli agenti atmosferici, sostituendosi agli artisti, rivelino l’opera finale distruggendo la matrice di carta e facendo emergere il dipinto sottostante. Così le opere di Sten Lex prendono vita nel tempo e rinascono insieme alle pareti, cambiando aspetto e quasi liberandosi dalle matrici d’origine.
Ispirati sia a incisori classici quali, Dorè e Piranesi, ma anche ad artisti contemporanei come Warhol che ha usato la serigrafia come medium principale nei suoi lavori, e influenzati da Kandinskij, Mirò, Dorazio, Twombly, Sol LeWitt, e Frank Stella, gli enormi ritratti di volti per lo più sconosciuti e le fitte trame astratte di Sten Lex hanno fatto il giro del mondo sui muri di Parigi, New York, Londra, Shangai, Barcellona, Città del Messico, Madrid e Roma. Le loro opere gigantesche sono state prodotte per alcuni dei più importanti festival a livello internazionale come il Nuart Festival di Stavanger in Norvegia (2008, 2010), il Living Walls di Atlanta negli USA (2012), il Katowice Street Art Festival in Polonia (2013), il Palma festival a Caen in Francia (2019) e molti altri.
I lavori di Tellas (Cagliari, 1985), sono invece la dimostrazione tangibile di come la Street Art in tutte le sue forme, abbia influenzato profondamente l’immaginario collettivo: partendo da fenomeno underground di protesta giovanile queste pratiche artistiche sono arrivate a contaminare i campi della pubblicità, della moda e più in generale sono diventate di dominio pubblico. Come nel caso di Tellas, il cui stile si è espresso con le modalità più differenti, tra disegno, pittura, installazioni, stampa, produzione audio-video, facendo incursione anche nel mondo della moda, con le collaborazioni con Ferragamo e Marni, a conferma della sua volontà̀ di sperimentare e sviluppare diversi linguaggi. I suoi interventi di arte pubblica hanno “invaso” le città del mondo, da Madrid a Perth, da Albany a Helsinki, e sono state anche documentate nel film A grande terra do Sertão, presentato alla 56esima Biennale di Venezia, confermando il talento di un artista che nel 2015 fu annoverato tra i 100 migliori artisti emergenti a livello globale da Graffiti Art Magazine. Di Tellas saranno in mostra una selezione di lavori che ne hanno caratterizzato lo stile, per la ricerca su paesaggi e architetture, venti, stagioni e cieli, dei territori in cui si trova e che l’artista intrepreta in una visione intima e personale: le pitture in acrilico su tela Sauble Falls, Niagara, Forest Mils, Along The river, Ontario.