La stagione invernale 2020/2021 sarà un po’ speciale. Sarà una bella dimostrazione di come l’oceano possa influenzare l’atmosfera, ma alcuni eventi oceanici possono avere degli impatti rilevanti sulla circolazione emisferica.
La fase fredda dell’ENSO sarà sicuramente l’elemento chiave nell’evoluzione meteorologica dei prossimi mesi. Abbiamo già discusso dell’impatto che La Nina potrebbe avere, sappiamo che il raffreddamento delle acque tropicali del Pacifico è iniziato in estate e dovrebbe continuare per tutto l’inverno. La fase di La Nina raggiungerà intensità notevole nel momento del picco (anomalia termica prossima a -2°C) ma dovrebbe iniziare a indebolirsi verso la primavera del 2021.
Una delle principali influenze di La Nina (o di qualsiasi altra fase ENSO) è il cambiamento della corrente a getto, ovvero del potente flusso d’aria (vento) a circa 8-11 km di altitudine. Scorre da ovest a est attorno all’emisfero settentrionale, influenzando i sistemi di pressione e la loro forza, modellando così le condizioni meteorologiche.
SEGNALIAMO…
Dopo aver superato il Canada e gli Stati Uniti, la corrente a getto si sposta nell’Atlantico e ci sono diversi modi in cui lo fa. Molto dipende dall’oscillazione artica e dai sistemi di pressione posizionati nell’Atlantico. È qui che La Nina forse perde la sua influenza diretta sull’Europa, ossia quando le strutture bariche nell’Atlantico prendono il sopravvento.
Gli scenari che potrebbero verificarsi sono due: il primo vedrebbe la corrente a getto più a sud, il secondo vedrebbe una corrente a getto più forte a nord. In quest’ultimo caso si avrebbero più sistemi di bassa pressione e condizioni di maltempo per le isole britanniche e il Nord Europa. Una corrente a getto più debole e più a sud vorrebbe dire maggiori possibilità di irruzioni fredde verso sud.
La corrente a getto può fondersi/interagire con i sistemi ciclonici dell’Atlantico e può farlo in vari modi, contribuendo così a creare un quadro barico decisamente variabile sul continente europeo. Il problema è che il risultato finale è molto più imprevedibile nell’area euro-atlantica che nel Nord America, dove invece l’influenza de La Nina è più diretta.
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