MILANO – Dall’inferno al paradiso. L’evoluzione e la crescita del Milan negli ultimi mesi è stata impressionante. Lo stop per il Coronavirus sembra aver rigenerato i rossoneri, che ora sanno solo vincere. 21 risultati utili consecutivi in campionato tra il finale della scorsa stagione e l’inizio della Serie A 2020-21, primato in classifica ed euforia alle stelle. Parte del merito va dato a Zlatan Ibrahimovic, che ha dato un apporto incredibile in campo e nello spogliatoio, spronando i propri compagni a migliorarsi giorno dopo giorno. Il gigante svedese è arrivato a Milano lo scorso gennaio e dal suo arrivo il clima a Milanello sembra cambiato. Ne è sicuro Paolo Maldini che, ai microfoni di Dazn, incorona Ibra: “Secondo me, Massara e Boban era proprio l’uomo giusto che ci serviva. Ma questa non può essere considerata una scelta solo nostra, una volta preso, è normale che la cosa sia condivisa – racconta il direttore tecnico rossonero -. Non possiamo permetterci di firmare con giocatori che non siano visti e approvati dalla proprietà. Però che fosse un rischio era sicuro. Veniva da due anni di Mls, una cosa completamente diversa. Ma lui stesso, quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto, ci ha detto: ‘Facciamo sei mesi perchè non sono sicuro di cosa vi posso dare'”. E ha dato tanto in termini di gol e sopporto alla squadra.
Milan, Maldini su Ibrahimovic e Pioli
I paragoni si sprecano e a proposito dell’accostamento di Ibra con altre bandiere rossoneri Maldini approva: “Van Basten e Baresi sono i due giocatori che avevano qualcosa di più degli altri. Ibra per quello che ha fatto e per quello che sta facendo è senza dubbio a quel livello lì. Il campione spesso lo giudichiamo solo per quello che fa in campo. Ma per fare quelle cose in campo devi essere campione fuori, nella determinazione e nella volontà. Ibra rompe le scatole in maniera impressionante. C’era già un gruppo competitivo, ma porsi dei traguardi al di sopra delle proprie possibilità vuol dire alzare il livello. Vuol dire credere di essere i più forti, avere l’idea di poter vincere contro qualsiasi squadra. Io credo che molto spesso questi ragazzi prima venissero frenati dalle responsabilità. Invece Ibra dice: ‘voi siete giovani, correte, fate quello che dovete fare, le responsabilità me le prendo io'”. Determinante anche il contributo di Stefano Pioli, che ha saputo toccare le corde giuste. “Trasmette i suoi pensieri e lo fa con un vigore tale che da una persona così pacata non te lo aspetti – ammette Maldini -. È una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante”.
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Maldini fissa gli obiettivi del Milan
I tifosi sognano, ma Maldini mantiene i piedi ben piantati per terra. “Noi siamo partiti con un progetto che potrà un giorno, non troppo lontano, diventare auto-sostenibile, e in questo momento di grande crisi, sinceramente, questo ha ancora più valore. Ma io sono legato ad un Milan vincente e la mia figura è legata a qualcosa che non sia solamente rivolto a mettere a posto i conti. Io devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. In questo momento c’è un’idea comune e questo aiuta quello che è il progetto. Il Milan che non entra in Champions League da 6-7 anni, è qualcosa che non si può sentire. Noi abbiamo intrapreso un percorso due anni fa che ci deve portare non solo a qualificarci in Champions ma a essere stabili in una competizione che innegabilmente ti dà degli introiti diversi, una visibilità diversa e ti permette anche di essere competitivo con le altre squadre”.
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Fonte tuttosport.com