(ANSA) – AREZZO, 08 DIC – False assunzioni attraverso aziende
fittizie per favorire il rilascio di permessi di soggiorno: è
quanto scoperto dai carabinieri del nucleo investigativo e
dell’ispettorato del lavoro di Arezzo che hanno denunciato 16
persone, 10 delle quali di nazionalità pakistana, quattro
dell’est Europa e due cittadini italiani. Gli indagati sono
ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro,
di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto
pubblico.
Al centro dell’indagine, durata un anno e mezzo e nata
autonomamente a seguito dell’arresto di un albanese per reati di
droga, una serie di imprenditori pakistani, titolari di ditte
per la lavorazione di metalli con sede ad Arezzo, che avevano da
anni interrotto le attività produttive ed erano ormai sprovviste
di una reale sede fisica. Tali società, secondo gli inquirenti,
venivano utilizzate come delle ‘scatole vuote’ per la
realizzazione di numerosi atti amministrativi. I cittadini
stranieri coinvolti, fittiziamente assunti e consapevoli di ciò,
utilizzavano i relativi contratti di lavoro e le buste paga per
ottenere, tra l’altro, il rilascio o il rinnovo di permessi di
soggiorno per lavoro subordinato ed indennità di disoccupazione.
Organizzatori sono risultati essere due imprenditori pakistani
ed un loro parente, che aveva il ruolo di referente unico nei
confronti dei professionisti italiani implicati, un
commercialista e consulente del lavoro ed un tributarista, che a
loro volta curavano tutte le incombenze del caso presso la
Pubblica amministrazione. (ANSA).
Fonte Ansa.it