La neve è caduta incessante e a tratti molto forte per buona parte dell’Immacolata sull’Arco Alpino, soprattutto lungo i settori centro-orientali. Ora le intense nevicate stanno concedendo una tregua, con fenomeni meno diffusi.
In pochi giorni è caduta tantissima neve e in quota si registrano accumuli in molte zone persino superiori ai 2 metri, anche su alcune delle più rinomate località turistiche alpine. Lo scenario di Livigno lascia davvero senza fiato.
SEGNALIAMO…
Figurano ancora delle criticità, con alcuni comuni difficili da raggiungere, come Foppolo. L’emergenza che si profila adesso è quella del rischio valanghe, con elevato pericolo di distacchi spontanei che potrebbero andare a coinvolgere anche centri abitati. Molte strade sono state precauzionalmente chiuse.
I mezzi sono sempre operativi per liberare le strade e spalare la troppa neve; si segnalano anche numerosi alberi caduti. La neve è caduta fortissima tra le Alpi Orobie, le Retiche, il Trentino e tutto il comparto dolomitico.
Si tratta delle nevicate fra le più intense che si rammentano degli ultimi decenni, considerando i quantitativi di neve caduta in pochi giorni. Fa impressione pensare che tutta questa neve non potrà essere sfruttata per sciare su piste innevate naturalmente, a causa della pandemia del Covid-19.
Oltre alle Alpi, la neve è caduta molto abbondante anche su parte dell’Appennino Centro-Settentrionale, fin sotto i 1000 metri in Toscana. Accumuli siginificativi si sono registrati nella zona dell’Abetone in Toscana e a Canpocatino nel Lazio.
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