ROMA – Chissà se basteranno le lusinghe di essere tra i personaggi più cercati di quest’anno sul motore di ricerca del colosso di Mountain Wiew a rendere meno pesanti i grattacapi per il patron della Tesla, Elon Musk. Le ultime grane per il visionario imprenditore arrivano dalla Model 3 Standard Range Plus, prodotta in Cina e appena sbarcata sul mercato del Vecchio Continente con un problema alla batteria. Il nuovo accumulatore della casa californiana, dotato di celle Lfp (al litio-ferro-fosfato) sembrerebbe mostrare alcuni problemi, nel contesto delle attuali basse temperature, in base ai primi rapporti pubblicati sui media della Cina, paese in cui il modello è disponibile per i clienti già dallo scorso ottobre. Secondo un rapporto del portale automobilistico cinese “d1ev”, le prime esperienze dei nuovi acquirenti della vettura mostrerebbero che l’autonomia del modello è notevolmente limitata alle basse temperature registrate nell’ultimo periodo e che in alcuni casi non si riesce a ricaricare la batteria fino al cento per cento.
Un esempio di quanto sta accadendo arriva da un cliente di Pechino secondo il quale “dopo aver ricaricato completamente l’auto, il display mostrava 420 chilometri di autonomia, ma dopo averla guidata per 214 chilometri, rimaneva solo il 5 per cento di ricarica”. Nessuna conferma ufficiale né tantomeno nessuna smentita, è arrivata però da parte di Tesla sull’eventualità di simili problemi. La Tesla aveva diminuito il prezzo base della Model 3 in Cina dell’8 per cento grazie proprio all’utilizzo delle nuove celle a batteria Lfp di Catl. D’altronde, le batterie al litio ferro fosfato hanno il vantaggio di essere notevolmente più economiche e più robuste delle celle agli ioni di litio con catodo Ncm (Nickel, Cobalto, Manganese). Un’altra tegola per Musk è arrivata poi dalla Germania dove Il tribunale amministrativo di Frankfurt am Oder ha reso noto la decisione di bloccare per il momento ulteriori disboscamenti di 82,9 ettari per l’ampliamento dell’impianto di Gruenheide di Tesla, in Brandeburgo, dove sta sorgendo a tempi record la Giga factory. Il tribunale ha accolto il ricorso d’urgenza delle associazioni ambientaliste Nabu e Gruene Liga contro il permesso al disboscamento, ma il procedimento è ancora in corso e la sospensione potrebbe essere momentanea. (m.r.)
Fonte www.repubblica.it