L’Italia deve fare chiarezza entro poche prossime settimane sulla Tav, altrimenti l’accordo di finanziamento (‘grant agreement’) con l’Unione Europea rischia di saltare. Lo hanno detto fonti europee, dopo che la Commissione ha ricevuto l’analisi costi-benefici del governo italiano. Secondo le fonti, già oggi il ‘grant agreement’ traballa, a causa della decisione dell’Italia di sospendere una serie di gare di appalto della Tav provocando problemi sul rispetto dei tempi concordati per l’avanzamento dell’opera.
Se il grant agreement dovesse saltare, l’Italia rischierebbe di perdere gli 813,6 milioni previsti nel periodo di bilancio 2014-2020, di cui circa 120 milioni da restituire perché già versati. A questo si aggiungerebbero altri 380 milioni stanziati nel periodo 2007-2013 che l’Italia dovrebbe restituire.
Un’altra ipotesi è una modifica del ‘grant agreement’, ma che potrebbe comunque comportare la perdita di una parte degli 813,6 milioni. A giugno l’Ue procederà a una revisione dei fondi della “Connecting Europe Facility”, con una possibile ridistribuzione delle risorse non utilizzati dagli Stati membri per i progetti approvati secondo il principio “use it or lose it” (usalo o perdilo, ndr). Ma – secondo le fonti – la decisione sulla Tav deve essere presa ben prima della data di giugno.
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