(ANSA) – ROMA, 26 DIC – Il bilancio del 2020 ha il segno
più alla disuguaglianza tra ricchi e poveri. Il Covid, secondo
l’analisi dell’Onu, ha aumentato nel mondo la disoccupazione, la
fame, il numero di persone che hanno bisogno di aiuti
alimentari, di bambini che non andranno più a scuola.
Quella che stiamo vivendo ”non è solo una crisi sanitaria
globale, ma è anche una grave crisi economica e del lavoro che
ha un enorme impatto sulle persone”, ha dichiarato il direttore
generale dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, Guy
Ryder. Le Nazioni Unite prevedono, infatti, che nel 2021 saranno
235 milioni le persone bisognose di assistenza umanitaria.
Questo aumento di circa il 40% rispetto al 2020 è quasi
interamente una conseguenza della pandemia.
L’impatto maggiore della crisi che il mondo attraversa, poi, grava sulle donne, il cui tasso di povertà è aumentato di oltre
il 9 per cento, invertendo decenni di progressi per sradicare la
povertà estrema. Per superare tutto ciò serve un ‘New deal’.
Secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio
Guterres i livelli di povertà e disuguaglianza osservati
quest’anno sono tutt’altro che inevitabili e un mondo più giusto
è ancora possibile, indipendentemente dagli shock acuti che
possono arrivare, come il covid-19. Dunque Guterres ha espresso
la speranza che la pandemia possa innescare le trasformazioni
necessarie per rafforzare i sistemi di protezione sociale. Il
mondo, secondo il capo delle Nazioni Unite, ha bisogno di un New
Deal globale “in cui potere, risorse e opportunità siano meglio
condivisi ai tavoli decisionali internazionali” e in cui “i
meccanismi di governance riflettano meglio le realtà di oggi”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it