Sei casi di ‘variante inglese’ Covid-19 sono stati riscontrati dai ricercatori del gruppo di sequenziamento genomico coordinato da Davide Cacchiarelli presso l’istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli, il Tigem. I sei tamponi provenivano da viaggiatori di ritorno da Londra, controllati nei giorni scorsi nell’aeroporto di Capodichino prima della sospensione dei voli dal Regno Unito.
I ricercatori hanno determinato la sequenza completa del genoma virale in 115 tamponi positivi eseguiti negli ultimi mesi in Campania dall’Istituto Zooprofilattico. Oltre i sei casi ‘inglesi’, nei restanti campioni analizzati sono state identificate otto diverse varianti, tutte appartenenti al “tipo B”, largamente diffuse in Europa.
Lo studio, i cui risultati sono stati depositati in Gisaid (il database di riferimento mondiale per le sequenze dei genomi virali), fornisce quindi una prima mappa delle varianti Sars-CoV-2 presenti in Campania. Sono in corso, rende noto la Regione, ulteriori studi in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto Spallanzani.
In Puglia è stato scoperto un secondo caso di variante inglese del Coronavirus: lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco.
Un caso di contagio della variante inglese è stato registrato anche ad Arsago Seprio, paese di 5.000 abitanti in provincia di Varese. A quanto emerso, si tratta di un dipendente di una compagnia aerea proveniente dal Regno Unito. L’uomo, ha precisato il sindaco, “è isolato e non ha avuto contatti con altre persone”.
Intanto i tamponi positivi al Sars-CoV-2 compatibili con la ‘variante inglese’ del virus e isolati da due laboratori della rete regionale abruzzese sono stati inviati all’Istituto Spallanzani di Roma per la conferma del risultato diagnostico. Lo hanno disposto l’assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, e il referente regionale per le maxi-emergenze sanitarie, Alberto Albani, sulla base dei protocolli scientifici vigenti. “Si tratta di un numero esiguo di campioni – spiega Albani – isolati in questi giorni”.
E sono tre i pazienti già individuati in Veneto positivi alla variante inglese del virus Sars-CoV-2, due a Treviso, uno a Vicenza. I ricercatori del gruppo di virologia dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie hanno scoperto a novembre, fra le 8 varianti del Sars-CoV-2 circolanti in regione, due varianti identificate al momento solo in Veneto. “Secondo i nostri studi preliminari – ha detto Antonia Ricci, direttrice dell’istituto – potrebbero essere varianti caratteristiche del nostro territorio”. Si tratta dell’esito di uno studio svolto dallo Zooprofilattico nel mese di novembre: “In quel mese avevamo individuato 37 virus circolati in Veneto; tra questi 8 varianti del Sars-Cov-2, non ancora la variante inglese, e però due varianti non ancora trovate nel resto d’Italia. Dovremo approfondire meglio queste varianti territoriali”. “La maggior parte di questi virus – ha aggiunto Ricci, riferendosi agli 8 genotipi riscontrati in Veneto – sono presenti sia in Itala che in alcuni Paesi europei: sono caratterizzati da una mutazione della proteina Spike che la rende più diffusiva e più contagiosa”. La ‘variante inglese’ nei campioni di tre pazienti residenti in Veneto è stata trovata invece successivamente, alla vigilia di Natale, ha confermato la scienziata. Lo studio dello Zooprofilattico rientra in un progetto commissionato dalla Regione Veneto per seguire i virus in corso di epidemia. “Il nostro gruppo di virologia – ha ricordato Ricci – è centro di referenza europeo per l’influenza aviaria. Seguire i virus in corso di epidemia è un lavoro che facciamo con l’aviaria e tanti virus degli animali. Questa pandemia ci ha insegnato però che un virus, che sia negli animali o nell’uomo, non cambia molto. Noi abbiamo competenze molto solide nel tracciamento dei virus in corso di epidemia”.
Fonte Ansa.it