(ANSA) – BOLOGNA, 28 DIC – “Buon Natale a tutti i miei
colleghi e sostenitori. Fate sapere che sono qui perché sono un
difensore dei diritti umani”. Sono parole che Patrick Zaki,
studente egiziano dell’università di Bologna detenuto da 10
mesi nel carcere di Tora, ha scritto su un foglio consegnato
alla sua famiglia durante la visita di oggi. E’ quanto riportano
sui social network gli attivisti della campagna ‘Patrick
libero’. “Durante tutta la visita, Patrick ha sottolineato che
all’inizio ha pensato di essere stato preso per sbaglio – si
legge nel messaggio pubblicato dagli attivisti – e che sarebbe
uscito non appena l’incomprensione fosse sparita. Tuttavia, ora
è certo di essere stato punito per il suo lavoro, ha detto ‘che
sia chiaro e che io sono qui perché sono un difensore dei
diritti umani e non per un qualsiasi altro motivo inventato'”.
Ha anche aggiunto “che in ogni seduta del tribunale il
giudice fa le stesse domande e poi rinnova la sua detenzione,
oltre al fatto che l’unica volta che l’accusa gli ha fatto
vedere i presunti post di Facebook si sono rivelati essere i
post di altre persone e non le sue parole. Si tratta di un
semplice caso di vendetta e nient’altro”.
Patrick, che soffre di dolori di schiena, “non vuole visitare
l’ambulatorio del carcere – si legge ancora – perché ha un
medico a Bologna di cui si fida e ha paura di farsi fare una
diagnosi o di farsi prescrivere dei farmaci”. Dopo che Patrick
ha passato “il Natale occidentale in carcere, c’è ancora tempo
per festeggiare il Natale orientale con la sua famiglia, il 7
gennaio”, scrivono infine i sostenitori della campagna di
liberazione, invitando tutti a rispondere alle parole dello
studente. (ANSA).
Fonte Ansa.it