È ora di limitare la circolazione dei veicoli Euro 4 diesel, che era in programma dal 1° ottobre, in attuazione dell’Accordo di Bacino Padano, estendendola a tutte le aree fortemente inquinate del Paese. L’Accordo, firmato dal Ministero per l’Ambiente e dalle quattro regioni della pianura (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) per ridurre l’inquinamento e dimostrare a Bruxelles l’impegno italiano per evitare di pagare la miliardaria sanzione provocata della scarsa qualità dell’aria respirata nelle nostre città, è stato replicato l’11 febbraio 2020 anche con la regione Toscana – pur con tempistiche attuative differenti – come “Accordo di Programma per l’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nella Regione Toscana”.
“Le regioni avevano chiesto il posticipo dell’entrata in vigore della misura con la scusa della riduzione delle emissioni complessive rispetto all’ordinario dovute al lockdown del Covid19 – dichiara Stefano Ciafani, presidente Legambiente -. Una scusa poco fondata, perché la pandemia da Covid non è una buona ragione per allentare la guardia sull’inquinamento: entrambi sono da considerarsi purtroppo una causa importante di co-morbilità, che ha portato al decesso prematuro decine di migliaia di persone nel corso del 2020. La pandemia è una ragione di più per stoppare subito i diesel Euro4. Seguirà poi lo stop agli Euro5, previsto nel 2025.”.
Recentemente un tribunale inglese ha emesso una sentenza storica in cui è stato riconosciuto come lo smog abbia contribuito materialmente alla morte di una bambina di 9 anni, affetta da asma, nel 2013. A distanza di 7 anni il giudice ed il medico legale hanno riconosciuto da un punto di vista legale come i livelli di biossido di azoto (NO2) vicino alla casa della bambina defunta abbiano superato i valori indicati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Unione europea e questo abbia contribuito all’aggravamento della situazione sanitaria della bambina diventando una concausa delle morte. Una sentenza che potrebbe portare nei prossimi anni ad avere numerose cause da parte dei cittadini nei confronti del decisore pubblico in quei territori dove i limiti OMS (è questa è un’altra novità importante della sentenza che li cita testualmente anche se da un punto di vista legale non contino al momento) o dell’Unione europea non vengano rispettati.
Dall’ultimo rapporto di Legambiente dello scorso ottobre, Mal’Aria di città edizione speciale, è emerso chiaramente come l’85% delle città capoluogo in Italia non abbiano rispettato sistematicamente gran parte dei limiti suggeriti dall’OMS per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e Ossidi di azoto (NO2) tra gli anni 2014 e 2018. Anni in cui sistematicamente i report dell’Agenzia Ambientale Europe (EEA) riportavano come l’Italia fosse la nazione ad avere il maggior numero di morti premature dovute all’eccessivo inquinamento atmosferico, stimabili in oltre 60mila all’anno.
Non è prevista ancora una data uguale per tutte le regioni: la Lombardia ha già annunciato il blocco a partire dall’11 gennaio 2021, quando i diesel Euro 4 senza Filtro anti particolato (FAP), nel semestre invernale, non potranno circolare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30, nei Comuni inquinati di pianura con popolazione superiore ai 30.000 abitanti; i diesel Euro 3 e i veicoli a benzina Euro 1 sono già limitati tutto l’anno, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30.
Facendo riferimento a tre tra le aree urbane più inquinate della regione:
a Firenze con un parco di 217.501 veicoli, dovrebbero teoricamente essere già fermi 15.144 veicoli euro0 e 1.862 diesel euro1, ma continuano a circolare 29.742 autovetture e furgoni diesel euro2 euro 3 ed euro4, il cui impatto sulla qualità dell’aria è pesantissimo;
a Prato con un parco di 119.774 veicoli circolano 8.415 Euro 0 e quasi 20.000 autovetture e furgoni Diesel tra Euro 0 ed Euro 4;
a Lucca su un parco di 60.485 veicoli ci sono 4.457 Euro0 e oltre 13.000 auto e furgoni diesel tra Euro1 ed Euro 4.
Quanto inquinano mediamente gli euro4 diesel? Per quanto riguarda le emissioni di ossidi d’azoto (NOx, l’inquinante chiave dei diesel in città, precursore del particolato che si forma anche per giorni e settimane successive) un’auto a gasolio euro4 inquina quanto 7 diesel più recenti (omologazione 2020) o 20 auto a benzina nuove. Non è molto meglio delle auto diesel euro5, quelle dello scandalo “dieselgate” per intenderci. Che infatti saranno le prossime a non dover più circolare nelle nostre città inquinate. Chi compra oggi un’auto a combustione (diesel o benzina), anche quelle che incentivate dal governo (sotto i 135 grammi di CO2 a km), è utile che metta nel conto che tra una decina d’anni non potranno più circolare nelle nostre città, come oggi con gli euro4, che erano stati incentivati nel 2007.
La tutela della salute dei cittadini non può prescindere anche dall’adozione dei previsti provvedimenti per la limitazione della frazione più inquinante del traffico veicolare, accanto al necessario sviluppo di adeguate e moderne infrastrutture per la mobilità attiva e di un trasporto pubblico locale efficiente e capillare.