All’anagrafe faceva Adriano Lombardi, ma – per tutti – era “Il Rosso di Ponsacco”. Nato il 7 agosto 1945 nella provincia lucchese e scomparso nel 2007 a causa del cosiddetto “morbo di Lou Gehrig”, Lombardi ha legato le pagine più esaltanti della sua carriera all’Avellino. Prima da giocatore, centrocampista che tra il 1975 ed il 1979 ha indossato per 121 volte la maglia degli irpini e che ha portato al braccio la fascia di capitano anche nella prima, storica, stagione in Serie A. E poi da allenatore, a tre riprese sulla panchina dei campani tra il 1989 ed il 1998. Nominato anche presidente onorario del club, ad un anno dalla sua scomparsa l’Avellino ha ritirato la sua maglia numero 10 e gli ha intitolato lo Stadio Partenio. Tra gli aneddoti più curiosi, il suo mancato debutto in A nella prima giornata del 1978/1979: a poche ore da Milan-Avellino si accorge di aver dimenticato i documenti e l’arbitro Maurizio Mattei, sostenendo di non conoscerlo personalmente, gli impedisce di scendere in campo.
Il messaggio di Truman: «Non stermineremo i giapponesi»
Sono passate poche ore da quando la bomba atomica ha raso al suolo Hiroshima. In un telegramma datato 7 agosto 1945 il senatore democratico americano Richard Russel Jr si rivolge al presidente Henry Truman chiedendo la distruzione completa del Giappone e augurandosi che i giapponesi arrivino a supplicare la pace in ginocchio dalle macerie di una Tokyo distrutta. La risposta di Truman non si fa attendere: nella sua lettera, che rientra tra i documenti desecretati di grande interesse provenienti dagli archivi statunitensi, il presidente americano scrive che “non stermineremo i giapponesi salvo che non sia strettamente necessario. So che in guerra il Giappone è una Nazione terribilmente crudele e incivile, ma non posso credere che poiché loro sono bestie noi dovremmo comportarci allo stesso modo. Il mio obiettivo è salvare quante più vite americane possibili ma ho a cuore anche le donne e i bambini giapponesi”.
Fonte tuttosport.com