(ANSA) – BRASILIA, 20 GEN – Ancora testimonianze drammatiche
dall’Amazzonia brasiliana, colpita nelle ultime settimane con
particolare ferocia dalla pandemia di coronavirus: alcuni
pazienti sono fuggiti dagli ospedali per paura di finire
asfissiati a causa della mancanza di bombole di ossigeno nei
reparti, in seguito alla quale sono già morte decine di persone.
Due infermiere intervistate dal quotidiano O Globo hanno
affermato che “panico” e “stress” hanno colpito diversi
pazienti, alcuni dei quali sono fuggiti dagli ospedali o hanno
chiesto di essere rimandati a casa per morire con le loro
famiglie.
Un paziente di 46 anni con Covid-19 “è rimasto stupito nel
vedere come in poche ore alcune persone sono morte nei letti
accanto al suo”, ha raccontato Arlene Loureiro de Albuquerque,
infermiera presso l’ospedale universitario Getulio Vargas di
Manaus, capitale dello Stato di Amazonas. “Si è spaventato ed è
fuggito: è stato orribile, non ha resistito alla pressione”, ha
aggiunto la professionista.
Un’altra infermiera, di turno all’Ospedale 28 de Agosto,
sempre a Manaus, che ha preferito restare anonima, ha riferito
al giornale che un paziente “ha detto che voleva andarsene
perché, se stava per morire, preferiva farlo a casa”. “Ore dopo
non era più in reparto”, ha spiegato la donna.
Nonostante l’arrivo di bombole, trasportate da aerei
militari, e di tubi inviati da donatori, la fornitura di
ossigeno è ancora scarsa a Manaus, la principale città
dell’Amazzonia.
La notte scorsa sono arrivati ;;a Manaus dal Venezuela cinque
camion con 107 mila metri cubi di ossigeno.
La mancanza di ossigeno riguarda soprattutto Manaus ma nel
frattempo si è estesa anche ad altre città dell’area nonché allo
Stato di Parà, anche questo nella regione amazzonica. (ANSA).
Fonte Ansa.it