Fino alle ultime settimane di vita, l’amministrazione Trump si fa notare per il disprezzo della scienza, evidente soprattutto quando entra in rotta di collisione con gli interessi dei gruppi industriali che lo hanno sostenuto. E poco importa se questo atteggiamento lo pagano i cittadini, la cui salute è sempre più a rischio. Così la pensano molti esperti, tra i quali la famosa nutrizionista della New York University Marion Nestle, che si è detta esterrefatta dalle decisioni prese, a proposito delle nuove Linee guida sull’alimentazione, che ignorano totalmente i consigli del comitato di 20 esperti chiamati a vagliare i dati scientifici disponibili e a suggerire modifiche.
Le linee guida per l’alimentazione del governo americano vengono riviste ogni cinque anni e, teoricamente, le correzioni arrivano dalle evidenze scientifiche maturate nel frattempo; in questo caso, i consulenti avevano stilato un rapporto nel quale si chiedevano in particolare due provvedimenti, ovvero la riduzione dell’assunzione di zucchero al 6% delle calorie giornaliere, contro l’attuale 10%, e il taglio della quantità massima di alcol raccomandata agli uomini da due a un bicchiere al giorno, come è già per le donne.
Nessuna delle due raccomandazioni è stata recepita, con la motivazione ufficiale che non sarebbero sostenute da prove sufficientemente convincenti. E questo nonostante, secondo i Centers for Disease Control di Atlanta, sette cittadini su dieci siano in sovrappeso e ben il 42% obeso, nonostante lo zucchero aggiunto, soprattutto nelle bibite gassate, nei caffè e nei tè che gli americani bevono in enorme quantità, rappresenti in media il 13% delle calorie totali, e nonostante l’alcol sia stato associato da innumerevoli studi a un aumento del rischio di morte in particolare per tumori del fegato, dello stomaco, dell’esofago, e abbia anche altre conseguenze negative sula salute dimostrate da anni al di là di ogni dubbio.
È interessante notare come la motivazione ricalchi fedelmente quelle avanzate negli anni precedenti su indicazione diretta delle aziende e delle associazioni di produttori, come emerso in varie inchieste e studi che hanno rivelato le pesanti azioni di lobbying dell’industria, nonché le politiche “suggerite” a esperti e decisori per sviare l’attenzione e cercare di evitare divieti e restrizioni. Tra gli argomenti, infatti, è sempre stato consigliato di sostenere che le prove scientifiche erano insufficienti, anche quando era palesemente falso.
Non stupisce, quindi, che la più potente di esse, l’American Beverage Association, al centro di molti scandali degli ultimi anni su materie di questo tipo, secondo il Wall Street Journal si sia subito detta entusiasta delle decisioni prese, basate “sul buon senso”, e che un plauso sia arrivato dai produttori di carne. Lo stesso, poi, hanno fatto i produttori di alcolici e, in primo luogo, di birra, che hanno affermato – attraverso il Beer Institute – che i limiti attuali sono già quelli di un consumo moderato.
Al contrario, numerose associazioni scientifiche e molti esperti di università e centri di ricerca hanno subito manifestato disapprovazione e timore, anche perché gli americani, a causa del lockdown, sono ulteriormente ingrassati e hanno mangiato peggio. Ora – sottolinea il New York Times in un articolo molto critico – non si faranno passi in avanti ma solo indietro, anche perché le linee guida influenzano profondamente ciò che mangiano i ragazzi a scuola, o gli impiegati pubblici nelle mense. Tra l’altro, com’era ovvio attendersi da un negazionista quale Trump, il nuovo documento non accenna neppure minimamente alle conseguenze dell’alimentazione sul cambiamento climatico e alla necessità di modificare le proprie abitudini alimentari tenendo presente anche questi aspetti.
Le linee guida contengono comunque una novità: i consigli per i neonati, così come per le donne in gravidanza e allattamento (pratica consigliata per la prima volta). Prima dei due anni di età, i bambini non dovrebbero assumere nulla in cui sia stato aggiunto zucchero, mentre gli alimenti che possono scatenare allergie dovrebbero essere introdotti gradualmente, a piccole dosi, a partire dall’anno di età. Le donne in gravidanza dovrebbero mangiare molto pesce che contenga poco metilmercurio (che influisce negativamente sullo sviluppo del bambino). Per gli adulti, i consigli sono generici e ricalcano i precedenti: bisogna dare spazio a frutta e verdura, cereali (meglio se integrali), carni bianche e pesce, latticini a basso contenuto di grassi.
FONTE: IL FATTO ALIMENTARE