ROMA – Ciro Immobile per sempre alla Lazio. Chiara l’intenzione del bomber biancoceleste, che a Roma sta vivendo i suoi anni migliori. Trofei, gol a pioggia, soddisfazioni e amore dei tifosi. Ciro si è raccontato ai microfoni di Tiki Taka parlando del momento e non solo: “Ho avuto qualche problemino, con il Sassuolo ho giocato con gli antidolorifici. Quest’anno ci sono stati alti e bassi, mentre in Champions abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Ma ora ci stiamo riprendendo anche in campionato ed è giusto che si parli più di noi. Dove i difensori sono più duri? Ovunque direi, sia in Italia che in Spagna e Germania. Le ho prese dappertutto (ride, ndr)”.
Sintonia con Belotti e Nazionale
“Con Belotti ci troviamo bene, lui ha sempre quest’energia anche quando si è fatta una certa ora. Io sono un po’ più grande di lui, gli dico che dobbiamo andare a dormire presto, anche perché dobbiamo risparmiare energie. Con Ventura ho avuto sempre un ottimo rapporto nel Torino e me lo sono portato nell’Italia. Ci sono stati un po’ di problemi, quando le cose iniziano ad andare male ti senti sotto pressione, in difficoltà. Volevamo partecipare a tutti i costi al Mondiali, siamo arrivati allo spareggio con troppa paura di non raggiungere il risultato. Non c’era un ambiente sereno, ma no, Ventura non abbandonò il ritiro. Con Mancini stiamo facendo un ottimo lavoro, abbiamo riavvicinato la gente alla Nazionale. Ci stiamo divertendo”.
Il bilancio e il Torino
“Il calcio vive momenti in cui ti senti in formissima, imbattibile. E quello era il nostro momento. Prima del Covid eravamo una squadra davvero formidabile, scendevamo in campo con la voglia di vincere ogni partita. Poi ci siamo fatti distrarre un po’ troppo, abbiamo perso qualche punto. La Lazio pre-Covid poteva stare lì e lottare per lo scudetto. La voce di Simone Inzaghi? Se lo facciamo arrabbiare la perde anche durante l’allenamento (ride, ndr)”. Poi il suo bilancio: “Si punta al massimo per la propria carriera, ma sono contento di quello che ho trovato e vinto qui, a livello personale e di squadra. Quando sono arrivato la Lazio arrivava a metà classifica, insieme agli altri l’abbiamo riportata in alto. L’amore che mi dà la gente per strada non può mai essere superato da una squadra che prova a vincere la Champions. Andai via dal Torino nel 2014, la reputavo la scelta migliore, ero giovane e non è stato semplice. Ma quel passo mi ha aiutato tanto, come mi ha aiutato il periodo trascorso in granata. Si fanno delle scelte, ora ho fatto quella di sposare il progetto Lazio fino alla fine della carriera. Mi sento responsabile della felicità dei tifosi. Si è creato un legame talmente forte con la società, i tifosi, l’allenatore. La mia famiglia si trova benissimo a Roma”.
La Champions
“Contro il Bayern Monaco ci vuole un po’ tutto. Bisogna fare una partita perfetta, giocare al massimo delle nostre possibilità e cercare di divertirci come facciamo di solito. Atalanta in campionato o Coppa? No, non posso scegliere, dico entrambe. Gioco sempre per vincere, non mi piace perdere”. Sul rigore di Insigne sbagliato in finale di Supercoppa: “Ho immaginato il momento. Forse pensava fosse sua la colpa del KO. Ci siamo sentiti il giorno dopo, l’ho consolato Ha avuto il coraggio di andarlo a battere. È un giocatore straordinario, queste cose succedono e fanno parte di quelle sensazioni che ci portiamo dentro quando entriamo in campo”.
Fonte tuttosport.com