La splendida Venezia sorge in Laguna Veneta, e se all’apparenza è una tranquilla città di mare che ha conquistato l’allora mezzo Mondo conosciuto con la sua Repubblica, non gode di un clima così favorevole. Per oltre sei mesi all’anno è a rischio allagamenti per effetto dell’alta marea. Inoltre, con l’aumento di altezza del livello marino previsto per i prossimi decenni, la città rischia di annegare senza l’utilizzo di barriere protettive. Ma Venezia ogni anno viene interessata da violentissimi temporali che giungono dalla terraferma. In alcune circostanze si abbattono anche furiose grandinate.
Ma a Venezia, immersa nel mare, non sono insolite le trombe marine, anche giganti, che la pongono a rischio per i venti di tornado. A Venezia, l’11 settembre 1970, si scatenò il tornado della morte. Un potente tornado colpì il Veneto e in particolare Venezia e le zone circostanti. Vi furono 36 morti e centinaia di feriti.
Il vortice, successivamente classificato come un tornado F4, si formò intorno alle 20.45 nei pressi di Teolo, Colli Euganei, per poi dirigersi verso Padova, Albignasego, Ponte S. Nicolò, Abano Selvazzano Tombelle, Calta, Fossò, Camponogara, Giare di Mira. Ovunque provocò danni anche gravi, scoperchiando decine di abitazioni. Il tornado raggiunse Venezia. Furono ventuno le vittime tra i passeggeri di un motoscafo che fu sollevato dalla forza della tromba d’aria e ribaltato davanti a Sant’Elena.
Il motoscafo dal peso di 22 tonnellate venne alzato dal vortice e poi scaraventato giù.
Furono rilevanti in laguna anche i danni alle cose: 300 le case scoperchiate, alberi e piante sradicate. Ci furono danni gravi anche in strutture ospedaliere. Il potente tornado raggiunse poi alcuni camping a Fusina e a Cà Savio, dove investi due campeggi, a Fusina e a Cà Savio. Erano le 21.40, e nei camping vi furono 13 morti e 140 feriti.
In totale le vittime causate dal cataclisma furono 36, con oltre 500 feriti.