TORINO – Andrea Agnelli è stato ospite del webinar #eThinkSport2021 organizzato da “News Tank Football” e ha manifestato tutta la sua preoccupazione per il calcio post-pandemia. “Non siamo ancora – ha detto il presidente della Juve – nella posizione di capire pienamente cosa sia successo alla nostra industria e cosa la crisi significhi per i club. La Deloitte Money League annuncia una perdita di due miliardi di euro per queste due stagioni ma temo sara’ di piu’. Nella scorsa stagione abbiamo avuto solo 3-4 mesi di stadi vuoti, di sconti commerciali, di sconti per le emittenti, mentre quella in corso sara’ una stagione intera senza tifosi allo stadio. E per quanto riguarda i diritti tv, in Germania hanno perso il 10% e ci sono a livello internazionale broadcaster che non stanno pagando i loro debiti. Ecco perche’ penso che questa stagione andra’ peggio, riteniamo che la perdita complessiva di questi due anni per la nostra industria sia fra i 6,5 e gli 8,5 miliardi di euro“.
Agnelli preoccupato dalla crisi
Agnelli spiega che l’impatto della crisi sia evidente pure in sede di calciomercato. “Quest’anno ci sono stati movimenti per 3,9 miliardi di euro contro i 6,5 dell’anno passato. Significa 2,6 miliardi in meno da un anno all’altro, senza contare gli aspetti della solidarieta’ dei club. Questo ci dimostra che stiamo navigando in mari molto mossi. Se questa analisi vale per i campionati di primo livello, difficile analizzare quanto sia successo nei campionati minori, in seconda e terza divisione, nei campionati dilettantistici, a livello di infrastrutture e perdite dei posti di lavoro… Tutto questo dimostra come il calcio stia vivendo un momento molto complicato e ci dice che dobbiamo fare delle riflessioni serie per il futuro della nostra industria“. Poi ha proseguito: “Vogliamo avvicinarci al futuro con una prospettiva nostalgica o progressista? È nostro dovere pensare al futuro affinché il calcio resti, nei prossimi decenni, lo sport più popolare al mondo. Abbiamo un pubblico molto più segmentato rispetto al passato. La Generazione Z fra meno di cinque anni diventerà il consumatore e dobbiamo chiederci: quello che viene offerto loro in questo momento è quello che vogliono? Dobbiamo fornire loro competizioni entusiasmanti“.
Progetto per il futuro
Per questo motivo Agnelli si dice favorevole al “sistema svizzero” per il futuro delle competizioni europee. Questo prevede 32 o 36 squadre in un unico maxi-girone, dove ciascuna squadra giocherebbe 10 partite e le prime 16 si qualificherebbero agli ottavi, con gli accoppiamenti sullo stile dei play-off americani: “Se prendiamo i primi cinque campionati europei, giochiamo 1826 partite ogni anno contro le appena 125 nella sola Champions League“. Agnelli invita infine a un maggiore equilibrio fra le esigenze dei club e quelle delle nazionali, per un approccio alle competizioni “più qualitativo che quantitativo“, oltre alla necessità di rivedere il calciomercato e accordi collettivi con i calciatori al fine di “avere gli strumenti per operare in un momento di crisi“.
Fonte tuttosport.com