C’è attesa in merito a una possibile ondata di gelo che potrebbe scatenarsi entro metà febbraio sull’Italia. In questo mese si verificano spesso gli eventi più rigidi e di crudo inverno. Vale la pena tornare indietro a 9 anni fa quando febbraio ci riservò un’ondata di gelo e neve eccezionale sull’Italia.
La prima parte del febbraio 2012 è stata così rigida, che per trovare un evento più importante, come entità e durata, bisogna davvero tornare indietro al febbraio 1956. Febbraio 2012 resta quindi al momento l’ondata di freddo più importante di questo secolo e del nuovo millennio.
Non c’è invece paragone con ondate di gelo successive, avvenute sempre nello stesso periodo, del 1963 e del 1991, le quali sono state di minor livello soprattutto in termini di persistenza. Lo stesso vale per episodi più recenti a gennaio 2017 o nel febbraio 2018, con ondate di freddo molto intense ma più brevi.
Le similitudini del febbraio 2012 con il mitico febbraio 1956 sono davvero molto tangibili, sia in termini di nevicate eccezionali che di clima glaciale. Le stesse modalità da cui è scaturito l’episodio gelido sono alquanto simili.
Il confronto fra i due grandi eventi di gelo
Anche in quell’anno storico del 1956, nel periodo precedente al grande gelo, la stagione invernale si mostrava decisamente sottotono. Diventa a questo punto interessante confrontare gli effetti delle due ondate di gelo.
Per farlo prendiamo come riferimento i periodi fra l’1 ed il 13 febbraio di entrambi gli anni con gli scarti di temperatura dalla norma. La differenza è calcolata rispetto alle medie di temperatura del trentennio fra il 1981 ed il 2010.
Le due cartine si somigliano parecchio, con la distribuzione delle anomalie termiche molto simile, pur essendo riferite all’intero comparto europeo (tutto il Continente appare imprigionato nel gelo in ambedue le situazioni): solo da un’osservazione attenta, si intuiscono delle lievi differenze.
Tutte queste analogie si ritrovano anche nell’impianto barico. In Italia le anomalie termiche riscontrate coincidono in modo quasi perfetto, anche se nel 1956 il freddo, nel complesso, riuscì maggiormente a sfondare verso il Sud e le Isole, dove ci furono maggiori occasioni di neve anche in pianura e sui litorali.
Osservando con attenzione, l’estremo Sud è stato tagliato nel 2012 da scarti negativi dalla norma di circa -3°C, mentre nello stesso periodo di giorni del 1956 l’anomalia fu pari a circa -4.5°C. Le due ondate di gelo hanno quindi avuto delle somiglianze davvero clamorose, ma nel 1956 l’ondata di gelo fu ben più duratura.
Il febbraio 1956 resta quindi nella storia, poiché il grande gelo si andò a protrarre ininterrottamente per tutta la seconda decade del mese con un’ulteriore recrudescenza attorno a metà mese per un ingresso ulteriore d’aria gelida siberiana dalla Valle del Rodano.