(ANSA) – BEIRUT, 10 FEB – Alcune donne del Kuwait, ricco
emirato arabo conservatore, hanno cominciato a partecipare a una
campagna sui social media per denunciare le molestie e le
violenze a sfondo sessuale. E questo sull’onda della
mobilitazione cominciata nel 2017 negli Stati Uniti con
l’hashtag e slogan molto diffuso #MeToo.
Nelle ultime ore sono apparse su Internet, con l’hashtag “lan
asket” (in arabo: non starò zitta), decine di testimonianze e
racconti di pedinamenti, molestie, aggressioni.
La campagna è stata lanciata dalla fashion blogger kuwaitiana
Asha al Faraj, seguita da più di due milioni e mezzo di persone
sui social media. Nei giorni scorsi Faraj ha pubblicato un
filmato in cui ha parlato in maniera esplicita “del problema”
che attanaglia il Kuwait.
Il problema, descritto da Faraj, sono le continue molestie
subite dalla donna: “ogni volta che esco, c’è qualcuno che mi
molesta o molesta un’altra donna per strada”, ha detto la donna
nel video. “Non provi vergogna? Abbiamo un problema di molestie
in questo paese, e io ne ho abbastanza!”, ha aggiunto.
La mobilitazione avviata da Faraj è stata sostenuta nei
giorni scorsi anche dall’ambasciata statunitense in Kuwait. La
sede diplomatica si è espressa in tal senso sui social media: “Una campagna che vale la pena sostenere. Tutti possiamo fare di
più per prevenire le molestie contro le donne, sia negli Stati
Uniti che in Kuwait”.
Le persone che stanno partecipando alla mobilitazione online
sottolineano che a essere maggiormente colpite dalle violenze e
molestie sono le donne straniere, molte delle quali lavoratrici
immigrati e più vulnerabili agli abusi. (ANSAmed). (ANSA).
Fonte Ansa.it