BERGAMO – Nella magica serata vissuta dal popolo atalantino con la conquista della finale di Coppa Italia ai danni del Napoli di Rino Gattuso, il protagonista più importante è quello che non t’aspetti. Il ragazzo che tutti hanno sempre visto come uno dei gregari preziosi e non nel ruolo di prim’attore. Matteo Pessina ha segnato una doppietta di pregevole fattura che è risultata decisiva nel 3-1 rifilato ai campani. Non si tratta di reti casuali ma di rifiniture di alto livello che altre volte, ad esempio a Napoli, erano mancate. Il ragazzo classe 1997, nato a Monza e arrivato a Bergamo dal Milan, è l’esempio migliore di quanto perseveranza, voglia di arrivare in alto e spirito di sacrificio siano determinanti nelle fortune di un calciatore. L’Atalanta lo acquistò nell’estate del 2017 nell’operazione che portò Andrea Conti al Milan: in quella trattativa i Percassi strapparono un corrispettivo di 24 milioni di euro più il cartellino di Pessina, valutato 3 milioni. Con i prestiti a Spezia e Verona, l’Atalanta cercò subito di farlo crescere in piazze dove il calcio di buon livello è pane quotidiano, l’anno scorso in Veneto chiuse con 7 reti in 35 presenze e, se non fosse stato per l’infortunio alla rotula subito con il Genoa all’ultima giornata, Gian Piero Gasperini lo avrebbe avuto a disposizione molto prima.
Che si muova da trequartista o da interno puro, Pessina mette cuore e polmoni al servizio dei compagni e si capisce da tanti piccoli gesti che è un ragazzo che si fa ben volere da tutti. Faccia pulita, bravo anche nello studio e amante dei balletti, il classe 1997 di scuola Milan ha esordito con la Nazionale di Mancini il 7 novembre in amichevole con l’Estonia. Ma oggi, appena 3 mesi dopo, rendimento e prestazioni lo collocano un po’ più in alto nelle gerarchie azzurre in vista degli Europei della prossima estate.
Fonte tuttosport.com