TORINO. «Non dobbiamo sbagliare partita come negli ultimi due anni contro Atletico e Lione», aveva avvisato alla vigilia Giorgio Chiellini. La Juventus invece riesce addirittura a cominciare peggio, regalando al Porto il gol del vantaggio dopo un minuto e una manciata di secondi e quello del raddoppio dopo ancora meno tempo dall’inizio della ripresa. Al contrario di quanto successe a Madrid (quando poi seppe rimediare comunque) e a Lione, però, segna: e se il 2-1 finale brucia, soprattutto per come è maturato, lascia accesa una speranza concreta.
Porto-Juve, inizio shock dei bianconeri: follia Bentancur
L’inizio è uno shock al Do Dragao. Palla a Szczesny che serve rasoterra Bentancur appena fuori area: Sergio Oliveira lo aggredisce, l’uruguaiano arretra in area e cerca di servire il portiere con un retropassaggio che sarebbe pericoloso anche se fosse giusto, perché Taremi è in agguato, ma che per giunta finisce quasi sui piedi dell’attaccante iraniano, pronto a battere il polacco in scivolata. La costruzione dal basso non c’entra, o c’entra solo fino a un certo punto: si tratta di un errore individuale grave e non è il primo che Bentancur commette in situazioni simili. Un limite da eliminare in fretta, o rischia di compromettere più che una partita.
Chiellini ko, ci prova solo Rabiot in rovesciata
Il Porto si ritrova d’incanto e senza il minimo sforzo nella situazione che sognava, la Juventus prova a scuotersi ma fatica: l’errore commesso sul gol galvanizza la pressione biancoblù e condiziona la costruzione dal basso bianconera (e Bentancur in ogni zona del campo) e così una palla rubata da Sergio Oliveira al 23′ si trasforma in un tiro deviato che fa tremare Szczesny. Non trema mai, invece, Marchesin, con la squadra di Pirlo che prova invano a infilarsi nel compatto muro che il Porto erige se va a vuoto con la prima pressione, senza cercare di aggirarlo e senza poterlo scavalcare, non avendo una prima punta su cui appoggiarsi. Il ballottaggio tra Kulusevski e Morata infatti lo ha vinto lo svedese (certo Pirlo non immaginava di trovarsi sotto 1-0 dopo poco più di un minuto). Al 34′ piove sul bagnato: Chiellini chiede il cambio, dai suoi gesti per un problema al polpaccio destro, e Demiral prende il suo posto. Al 42′ Marchesin deve finalmente impegnarsi un po’ per netraulizzare una rovesciata di Rabiot su azione d’angolo, che peraltro sarebbe stata resa vana da un fuorigioco di Ronaldo.
Porto-Juve, altro regalo a Marega. Chiesa tiene tutto aperto
L’intervallo per i bianconeri (in arancione) sembra il gong che segnala la fine del round per un pugile che ha subito un atterramento e fatica a ritrovare lucidità. Speranza che però va subito in frantumi: stavolta il gol del Porto arriva addirittura dopo 63 secondi. L’azione manovrata sulla destra sembra un’esercitazione di quelle in cui i difendenti non devono andare a contrastare, tanta è la facilità con cui la palla viaggia rasoterra fino a Marega, appostato sul primo palo e pronto a battere Szczesny. Stavolta se non altro la Juventus reagisce e al 5′ Uribe rischia l’autogol ribattendo un cross di Kulusevski, ma poco dopo è Oliveira ad avanzare indisturbato centralmente fino al limite dell’area, da dove impegna Szczesny. Al 12′ Conceicao inserisce Luis Diaz per Otavio, e al 18′ Pirlo decide di giocarsi la carta Morata: indispensabile avere qualcuno che attacchi la profondità e che possa rappresentare unalternativa a Ronaldo su eventuali cross, che nella riprese la Juventus ha iniziato a cercare. Fuori McKennie, con Chiesa spostato a sinistra e Kulusevski a destra. L’ingresso dello spagnolo costringe la difesa del Porto almeno a impegnarsi e ravviva un po’ anche Ronaldo, solo e spento nel primo tempo. Non ravviva invece Kulusevski, che al 32′ lascia il posto al rientrante Ramsey. Sono però due degli juventini in campo dall’inizio, e due dei migliori (per quanto il termine in una sera così sia forte), a confezionare il gol della speranza al 37′: Rabiot va sul fondo a sinstra e pennella un cross sul palo lontano per Chiesa, che di destro al volo piazza la palla sul secondo palo alle spalle di Marchesin.
La Juventus va addirittura vicina al 2-2 con Morata, che però sarebbe stato in fuorigioco, e allo scadere può reclamare anche un rigore, perché Zaidu finisce addosso a Ronaldo dopo una sterzata del portoghese. La serata però finisce come era iniziata: male, perché Del Cerro Grande non fischia. In mezzo, però, la Juventus ha segnato un gol che il 9 marzo a Torino potrebbe fare la differenza: per passare servirà vincere 1-0. Non un’impresa, a patto che sia vera Juve.
Fonte tuttosport.com