La ‘prima’ di Giuseppe Conte sul palco della plenaria di Strasburgo è occasione di un concitato ‘j’accuse’ mosso dalle tradizionali forze politiche europee, Popolari, Socialisti, Alde e Verdi. Il più duro il capo delegazione dei liberali dell’Alde Guy Verhofstadt che, in un intervento tutto in italiano, accusa il presidente del Consiglio di essere il “burattino di Matteo Salvini e Luigi Di Maio“. Alcuni interventi “non andrebbero commentati”, replica Conte, perché “non offendono solo il sottoscritto ma l’intero popolo che rappresento”.
“Un capogruppo ha detto del burattino a chi rappresenta il popolo italiano: io non lo sono e non mi sento. Sono orgoglioso di interpretare la voglia di cambiamento del popolo italiano. Forse – attacca – i burattini sono quelli che rispondono a lobby, gruppi di potere e comitati di affare”. Conte non ci sta a incassare neanche le critiche di chi gli rimprovera il fuorionda con Angela Merkel. “Mi è stato detto, e anche qui esuliamo dal dibattito franco, aspro e politico, che mi dovrei vergognare per un frammento di conversazione origliato illegittimamente tra me e la cancelliera Merkel. Vorrei ricordare a chi ha osato vergognarsi pubblicamente per mio conto che forse c’è stato in passato un esponente di un partito che ha ben altri record rispetto alla cancelliera Merkel in termini di apprezzamenti. Forse allora non ci si è vergognati”, dice, con riferimento indiretto alla famosa battuta sulla cancelliera tedesca attribuitta a Silvio Berlusconi.
Un coro di critiche
Dal canto suo, il leader dei Popolari, Manfred Weber, che prima aveva avuto un colloquio riservato con Conte, critica il premier per la posizione italiana sul Venezuela. “Guaidó ha chiesto all’Italia di riconoscerlo, io penso che dovreste rispondere a Guaidó se pensate che debba esserci un approccio comune europeo”. Sui migranti “sono gli amici di Salvini che non vi aiutano, Viktor Orban, Jaroslaw Kaczynski e Sebastian Kurz”, fa notare invece il capogruppo dei Socialisti e democratici, Udo Bullmann. Critiche anche dal Verde Philippe Lamberts, secondo cui il governo M5s-Lega fa dei migranti il “capro espiatorio di tutti i mali dell’Italia”.
Ma il più duro è Verhofstadt, ad accendere un’aula in cui si notavano molti posti a sedere vuoti. “Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da Di Maio e Salvini?”, attacca il belga. “Io amo l’Italia ma oggi mi fa male vedere la degenerazione politica di questo Paese, iniziata 20 anni fa con Berlusconi e peggiorata con questo governo”. L’Italia “è diventata il fanalino di coda dell’Europa. Un governo odioso verso gli altri stati membri, con Di Maio e Salvini veri capi di questo governo” che ha “impedito la unanimità sul Venezuela sotto pressione di Putin”.
“Salvini si è specializzato nel bloccare porti ai migranti ma blocca anche una riforma europea di Dublino e di una politica dei confini europea – rincara la dose -. Il vostro governo non ha una strategia per la crescita ma solo una tattica per farvi rieleggere con regali e debiti. Di Maio sta abusando del suo ufficio incontrando un movimento sì popolare ma oggi dominato da un gruppo di demolitori che distruggono tutto, guidato da Chalencon, che ha chiesto un colpo di stato militare contro il presidente dell Repubblica. Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da Di Maio e Salvini?”.
“Preparate gli scatoloni”, ribatte Salvini
Immediata la difesa di Conte da parte di Salvini. “Che alcuni burocrati, complici del disastro di questi anni, si permettano di insultare il presidente del Consiglio, il governo e il popolo italiano è davvero vergognoso. Le elite europee contro le scelte dei popoli. Preparate gli scatoloni, il 26 maggio i cittadini italiani finalmente manderanno a casa questa gente”.
Durante il suo intervento, Conte non era stato tenero nelle critiche a questa Europa che, nel corso degli anni, si è a suo giudizio allontanata dal popolo e che va quindi rifondata per renderla “più giusta, solidale e democratica”. In materia di immigrazione, Conte aveva poi rinnovato l’appello a favore dell’attuazione della conclusioni del Consiglio europeo di giugno e di una redistribuzione equa e obbligatoria dei migranti. Al termine del concitato dibattito, saluto e foto di rito con i parlamentari europei italiani.
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