Il veterano dell’estrazione mineraria Mick Davis, meglio conosciuto per aver ricoperto il ruolo di CEO di Xstrata fino alla sua fusione con Glencore e poi alla formazione della società di estrazione X2 Resources, sta tornando nel settore dopo un periodo in politica. Questo è quanto è stato riportato dal Wall Street Journal.
Energia a basse emissioni di carbonio
Soprannominato “Mick the Miner”, Davis è uscito dall’industria dell’estrazione mineraria dopo che la sua X2 Resources ha raccolto più di 6 miliardi di dollari, senza però fare alcun investimento. Dopo aver lasciato il settore, ha continuato a lavorare come amministratore delegato e tesoriere del partito conservatore britannico.
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Secondo il WSJ, Davis sottolinea la politica globale come un fattore motivante per la creazione di un nuovo fondo che si concentrerà esclusivamente sull’investimento in società che estraggono i metalli necessari per immagazzinare energia. Probabilmente sta guardando ai cambiamenti in corso verso la produzione di energia a basse emissioni di carbonio che richiedono più batterie e questo creerà un cambiamento duraturo nella domanda di metalli.
La tecnologia attuale consente alle aziende energetiche di immagazzinare l’energia eolica e solare attraverso le batterie. Per impostazione predefinita, i metalli necessari per le batterie hanno visto un aumento della domanda, tra cui litio, cobalto, grafite e nichel.
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Davis motivato dalla politica
Secondo il WSJ, Davis ha evidenziato la politica globale come un fattore motivante per creare il suo fondo. In particolare, la decisione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi “ha acceso una luce” di cui il mondo ha bisogno per dirigersi verso un futuro più verde.
“C’è un cambiamento secolare nella domanda, non guidato dalla crescita del PIL ma da un consenso nel governo”, ha anche detto.
Il suo fondo ha assicurato $60 milioni in contanti con l’obiettivo finale di costruire una posizione di cassa nell’ordine di centinaia di milioni di dollari. Finora, ha investito $29,5 milioni in NextSource Materials, una società di estrazione mineraria di grafite con sede in Madagascar.
Le aziende che possono scalare rapidamente le loro operazioni e non richiedono investimenti in trasporti e infrastrutture sono obiettivi ideali per il suo fondo.
Gli analisti sono ottimisti sui metalli
Gli analisti di Bernstein hanno affermato in un recente rapporto di ricerca che un’auto elettrica media oggi viene prodotta utilizzando da 50 a 200 chili di metalli, secondo il WSJ. Ciò significa che ogni auto richiede metalli per un valore da $500 a $2.000.
Supponendo che il settore automobilistico globale alla fine raggiunga 1 miliardo di veicoli elettrici, la domanda di metalli sarebbe “enorme”. La domanda di auto elettriche dovrebbe iniziare ad accelerare entro cinque anni, quando le case automobilistiche dovrebbero essere in grado di produrre un’auto elettrica allo stesso costo di un’auto a gas.