“Regioni hanno buttato all’aria il lavoro dei prefetti”
“La scuola di per se’ non e’ invulnerabile, cosi’ come non e’ mai stato verificato che fosse un luogo meno sicuro rispetto ad altri luoghi dove vige la massima precauzione. La scuola, in questi mesi – prosegue la fonte – ha dimostrato di essere anche piu’ sicura di altri spazi proprio per i comportamenti che sono stati messi in atto. Fino ad oggi studi certi che abbiano legato il luogo ‘scuola’ al contagio non vi sono stati. L’infenzione puo’ generarsi nella parte peri-scolastica, sui mezzi di trasporto, quando si va alla Darsena facendo assembramento, quando si incontrano i compagni di classe a casa senza precauzioni”.
“Il problema si pone quando si esce dalle zone rosse e siamo in zona arancione: ci sono i governatori che anticipano chiusure laddove non ci sono le condizioni citate prima – continua la fonte del Cts- Non dimentichiamo poi del lavoro fatto dai tavoli con i prefetti, i quali hanno fatto un’ottima valutazione del rischio potenziale per le scuole e nei diversi contesti territoriali. A me sembra che, a seconda delle aree, si sia in una condizione di smemoratezza sui generis: non c’e’ bisogno di chiudere l’intera scuola se hai un caso di uno studente positivo. Bisogna attivare un sistema di screening urgente e la quarantena dei contatti dell’allievo ma non la chiusura generalizzata. I tamponi rapidi ormai li vendono al supermercato…”