Beh, dovesse accadere non sarebbe certo una novità. Marzo è capace di ciò, anche di peggio quando ci si mette. Così come lo stesso aprile, che sovente portava condizioni meteo climatiche tutt’altro che primaverili.
In questo caso stiamo parlando di marzo, ovvio, soprattutto della seconda metà del mese perché è da tempo che s’ipotizza il colpo di coda dell’Inverno. Dovete darci atto che ne parlammo già a febbraio, identificando – dopo aver letto le dinamiche atmosferiche in divenire – proprio il periodo di metà mese quale il più propizio all’eventuale rigurgito invernale.
Inizialmente s’intravedeva addirittura un’ondata di gelo imponente, capace di far battere i denti a mezza Europa. Poi fu smorzata, anzi quasi cancellata, ora invece ci viene riproposta – anche se con meno impeto – e viene riproposto persino un coinvolgimento delle nostre regioni. Non un coinvolgimento fugace, come avvenne in occasione dell’ondata di gelo di febbraio. Qui si parla di un possibile coinvolgimento diretto, in grado di riportare la neve a bassissima quota.
Non chiedeteci dettagli previsionali, non è ancora giunto il momento di scendere nei particolari. Dobbiamo anzitutto inquadrare correttamente la dinamica, poi si penserà al resto. Anche perché sulla dinamica pesano non poche incognite: potrebbe scivolare tutto a est e l’Italia restare sotto l’ala protettrice dell’Alta Pressione, quindi piano coi voli pindarici. Lo diciamo soprattutto agli amanti dell’Inverno, o comunque del meteo estremo.
Comunque sia, considerando che ora un po’ tutti i modelli previsionali vedono una configurazione potenzialmente invernale, dobbiamo prendere tale ipotesi seriamente in considerazione. Con tutte le conseguenze del caso…