In Italia l’obbligo di prestare servizio nell’esercito è previsto nella Costituzione della Repubblica. Obbligatoria fino al 2004, viene affiancata dal servizio civile con una legge nel 1972. Nel 1999 lʼesercito apre alle donne
Roma – “Personalmente sono a favore della reintroduzione del servizio militare“. Questa la risposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a chi chiedeva se fosse favorevole a incrementare il servizio civile. ” Se manterremo il servizio civile? Io sono personalmente favorevole alla reintroduzione del servizio militare, non solo al mantenimento del servizio civile – ha precisato – questa è una posizione personale che non c’è nel contratto e non impegna il governo“.
In Italia l’obbligo di prestare servizio nell’esercito è previsto nella Costituzione della Repubblica, istituito ai tempi della nascita del Regno d’Italia, nel 1861. L’articolo 52 della Costituzione recepisce il dovere della leva con la precisazione che si tratta di un obbligo “nei limiti e modi stabiliti dalla legge“. Sono chiamati al servizio nell’esercito tutti gli italiani maggiorenni di sesso maschile.
Nel 1972 viene introdotto il riconoscimento dell’obiezione di coscienza e istituito il servizio civile per chi, dopo essere stato giudicato idoneo alla leva in seguito alle visite mediche, non vuole prestare servizio militare.
Il 20 ottobre 1999 la legge apre al servizio militare femminile volontario: per la prima volta l’esercito arruola le donne. Con il passare degli anni, diminuisce il periodo della leva: fino al 1975 il fermo è di 15 mesi, dal 1976 si passa a 12 per scendere a 10 dal 1997.
All’eliminazione dell’obbligo si arriva con una legge del 2004. Oggi presta servizio nell’esercito solo chi ne fa espressamente richiesta. L’ultima chiamata obbligatoria è stata per i nati nel 1985. La norma che ha sancito lo stop prevede comunque un anno di servizio di leva per chi aspiri a diventare poliziotto, carabiniere, finanziere, vigile del fuoco o guardia forestale.