(ANSA) – ROMA, 10 MAR – “Caro Ministro Patrizio Bianchi, non
possiamo andare avanti così.
La scuola non può subire passivamente le ordinanze di qualsiasi
autorità tecnica o politica decida di chiuderla. Non è solo un
servizio essenziale, è molto di più, è la fonte del pensiero
delle giovani generazioni..La scuola a distanza è una scuola che
si è ritirata dai corpi e non può essere testimone di verità”.
Inizia con queste parole la lettera aperta che Cesare Moreno e i
maestri di strada hanno indirizzato al ministro
dell’Istruzione.
“I nostri giovani e le loro famiglie – si legge in un
passaggio – non possono essere bombardati a tutte le ore del
giorno e della notte da messaggi di terrore, da devastanti
oscillazioni di tecnici e politici, senza avere un luogo in cui
confrontarsi, esprimere dubbi e paure, trovare consolazione non
nelle certezze scientifiche ma nella fragilità dell’altro, nel
sentire la condivisione di ciò che sentono nel più profondo”. E
ancora, per i maestri di strada “abbiamo un gigantesco compito
di realtà a cui l’istituzione scuola si è sottratta e continua a
sottrarsi dietro il paravento di ordinanze
tecnico-scientifico-politiche. Abbiamo il compito di realtà di
fornire consolazione e sostegno a milioni di giovani che stanno
vivendo nell’incertezza e nella paura quando noi stessi viviamo
quella incertezza e quella paura, quando le loro famiglie stanno
vivendo incertezza e paura, quando le maggiori autorità mondiali
danno palesi segni di squilibrio”. Secondo il presidente
dell’Associazione Maestri di Strada, Moreno, “la misura più
seria sarebbe stabilire che segue a distanza solo chi ne fa
esplicita richiesta, solo chi per mille motivi si sente
particolarmente esposto se viene a scuola, a tutti gli altri
occorre fornire
rassicurazioni concrete e curare la comunicazione in un modo
efficace e responsabile”. (ANSA).
Fonte Ansa.it